L'allegro mattone
Condono: all'Elba spuntano cantieri come funghi, mentre il governo straparla di federalismo. Così si esprime Legambiente sulla questione dell'edilizia talvolta allegra che viene effettuata all'isola d'Elba. Vi sarebbero, secondo gli ambientalisti, situazioni a volte davvero sfacciate, ai limiti dell'incredibile... "Straparlano di federalismo, quando poi alcune regioni nella loro autonomia tentano di limitare i danni prodotti dal condono edilizio il Consiglio dei Ministri decide di impugnare i provvedimenti". Lo dice Roberto Della Seta, presidente di Legambiente dopo aver appreso la notizia secondo la quale il Consiglio dei Ministri ha deciso di impugnare - dopo quelle della Toscana - le norme relative ai condoni edilizi di cinque regioni: Lombardia, Marche, Emilia Romagna, Veneto e Campania.
"È molto grave - continua Della Seta - che il governo, dopo aver varato il condono edilizio più vasto di sempre, insista nel trasmettere agli italiani il messaggio che la legalità è un optional. La sanatoria ha già fatto ripartire alla grande l'abusivismo lo provano le 40.000 nuove costruzioni illegali spuntate come funghi solo nell'ultimo anno".
Intanto Legambiente segnala anche all'Elba una notevole ripresa di attività edilizia in diversi comuni, con un fiorire di cantieri anche in zone di pregio ambientale e paesaggistico che finora si erano miracolosamente salvate dall'avanzata del cemento.
"Ormai - dicono gli ambientalisti - siamo al condono di abusi che sono ampliamenti di condoni e abusi precedenti ed alla trasformazione miracolosa di onduline perecarie in fabbricati preesistenti. Si costruisce in aree che sembravano sottoposte a vincoli precisi, anche in vicinanza della costa, spesso senza che siano visibili cartelli di cantiere, e quando ci sono, come accaduto a Capoliveri, può esserci addirittura scritto: ristrutturazione di fabbricato ecc., crediamo sia la prima volta che l'eccetera diventi materia di costruzione".
Il condono sembra insomma aver scatenato i peggiori appetiti e alcuni Comuni sembrano nuovamente scegliere la strada del lasciar fare, proseguendo l'opera e la politica delle vecchie maggioranze che magari avevano colore politico diverso. E' la logica del Gattopardo: cambiare tutto perché tutto resti uguale.
"D'altronde - continua Legambiente - questa è l'isola dove negli anni '80 e '90 sono riusciti a condonare un bus a due piani, cisterne con finestre, un garage al secondo piano con porta di accesso larga 60 cm., a mettere all'asta villette totalmente abusive e incondonabili e a trasformare in miniappartamenti le baracche nel Parco Nazionale! Si sta diffondendo l'idea che i furbi se la caveranno comunque e che i Comuni non controlleranno nulla. In attesa di un nuovo condono o di una nuova alluvione che sveli nuovi abusi e misfatti ambientali"
Se i precedenti condoni dell'84 e del '95 avevano scatenato la corsa al condono retroattivo, postdatando costruzioni realizzate dopo la data di scadenza del provvedimento, Legambiente ha l'impressione "che la pericolosissima politica del continuo spostamento in avanti delle scadenze perseguita dal Governo Berlusconi ed il la mancanza di controlli stia producendo il condono preventivo e il falso condono di strutture non ancora realizzate e di precari, garage e pollai". Legambiente dunque annuncia "che si batterà con ogni mezzo affinchè almeno su scala regionale venga ristabilito lo stato di diritto".