Acque toscane: ecco la situazione
In base al monitoraggio effettuato dall'Arpat ecco lo stato di salute dell'acqua nella nostra regione. Ottimi risultati per le acque marine costiere, necessità di interventi invece per fiumi, laghi e acque sotterranee. Sulla costa comunque la situazione è sensibilmente migliore rispetto al resto della Toscana, anche per quanto riguarda le acque interneLe acque marine della Toscana stanno bene. Necessari invece interventi per fiumi, laghi e acque sotterranee, ambiti in cui sono già stati varati importanti accordi e si sta definendo la pianificazione delle misure per rispettare le scadenze previste dalle direttive comunitarie.
Il giudizio sullo stato di salute delle acque toscane, aggiornato al 2003, e misurato in conformità con gli obiettivi di qualità ambientale previsti dalla normativa nazionale e comunitaria, definiti per il 2008 e il 2016, si basa sul monitoraggio effettuato dall'Arpat in punti di campionamento strategicamente dislocati per consentire una completa rappresentatività della situazione delle acque: 150 punti sono relativi alle acque superficiali interne (fiumi e laghi), 45 alle acque marine e 395 ripartiti per 44 zone di monitoraggio delle acque sotterranee.
In base alle classi di qualità ambientale basate su una valutazione congiunta di parametri chimici, fisici e biologici definiti dalla disciplina nazionale la pagella migliore se la aggiudicano le acque marine costiere: sui 45 punti di rilevamento 29 sono risultati di elevata qualità (64 per cento), e 12 di livello qualitativo buono, pari al 27 per cento, il che significa che 41 punti sono fin da ora conformi all'obiettivo di qualità previsto per il 2016 (livello buono).
Il 9 per cento, cioè 4 punti di rilevamento, sono invece mediocri ma già ad oggi conformi all'obiettivo di qualità previsto per il 2008 (livello sufficiente). Per le acque marine si profila dunque la necessità di interventi di miglioramento o risanamento solo in specifici punti, in particolare in corrispondenza delle foci dei fiumi maggiori. Nei rimanenti punti sono richiesti interventi di mantenimento.
Il quadro cambia per le acque superficiali interne, cioè fiumi e laghi. Qui 3 punti di rilevamento, pari al 2 per cento, su 150, fanno registrare una qualità elevata, mentre un livello qualitativo buono è raggiunto in 61 monitoraggi, che corrispondono al 43 per cento del totale. Altri 50 punti vengono etichettati come sufficienti (34 per cento). Le criticità riguardano invece 24 punti (16 per cento) che si collocano nella categoria scadente e 8 punti di rilevamento, pari al 5 per cento, assegnati alla fascia pessima, tutto questo concentrato in massima parte in corrispondenza dei distretti industriali e delle zone a sfruttamento agricolo intensivo.
Per le acque sotterranee il 23 per cento risulta buono, e il 3 per cento sufficiente, ma il 16 per cento è classificato come scadente. Per un 27 per cento dei punti la classificazione è di stato di qualità 'particolare', che viene attribuito alle acque sotterranee quando queste assumono per motivi naturali, e non per inquinamento, caratteristiche chimico fisiche analoghe a quelle indotte da azioni antropiche.
Concludendo, due parole in dettaglio sulla situazione della Toscana costiera. Nel complesso il 79 per cento delle acque superficiali, sulla costa, è di qualità buona, mentre le zone critiche sono relative alla Val di Cornia e a un tratto centrale del fiume Cecina. La qualità delle acque sotterranee è nel 75 per cento dei casi scadente, e nel restante 25 per cento 'particolare'. Le criticità principali riguardano gli acquiferi dei bacini del Cornia e del Cecina, sia per gli eccessivi prelievi che per la qualità delle acque presenti.