La Toscana vara il Piano di tutela delle acque
La Giunta regionale toscana ha approvato nei giorni scorsi il Piano di tutela delle acque.
L'acqua è un bene comune, patrimonio di tutti, non privatizzabile. Questo il principio di fondo che ha ispirato il lavoro degli amministratori regionali e sul quale si basa il Piano che vuole ottenere una reale e duratura la tutela delle risorse idricheNo alla privatizzazione dell'acqua. E' questo il principio ispiratore del Piano di tutela delle acque toscane un documento che la Giunta regionale, dopo l'adozione preliminare nel dicembre 2003, ha approvato in questi giorni, dopo un lungo percorso di concertazione con tutti i soggetti coinvolti (Autorità di bacino, Province, Autorità di Ambito Ottimale, Comuni, Gestori dei servizi idrici, associazioni ambientaliste, di categoria e sindacali). Il Piano sarà discusso a breve termine dal Consiglio regionale per la definitiva approvazione e piena efficacia nel rispetto dei termini fissati dalla normativa nazionale.
"E' un traguardo importante - afferma l'assessore all'ambiente Tommaso Franci - a cui la Toscana arriva tra le prime regioni italiane, dando attuazione al decreto legislativo 152/99 e anticipando i contenuti della Direttiva Quadro comunitaria 60 del 2000. Ma l'aspetto davvero rilevante è che il Piano fa propri e mette in pratica gli assunti fondamentali della 'Carta dell'acqua', la dichiarazione ufficiale che la Regione ha adottato in occasione dell'anno internazionale dell'acqua nel 2003".
L'assunto di fondo è che l'acqua è un bene comune, patrimonio di tutti. Non è quindi un prodotto commerciale. La sua disponibilità è limitata nel tempo e nello spazio e pertanto va protetta e difesa, in modo da salvaguardare aspettative e diritti delle generazioni future.
"E' questo - spiega Franci - il punto centrale del piano, e il principale compito che ci assumiamo come amministrazione per garantire e sostenere il diritto universale di accesso all'acqua, in armonia con gli obiettivi di equilibrio territoriale e di sviluppo economico e sociale, nel rispetto dei principi di sostenibilità degli usi idrici, di 'chi inquina paga', e di tutela integrata dei corpi idrici. Nel Piano abbiamo voluto ribadire inoltre che l'acqua è una componente essenziale del territorio e pertanto una sua corretta gestione deve basarsi su una visione complessiva ed integrata tra protezione dell'ambiente, sviluppo economico, territoriale e sociale".
"La tutela dell'acqua - continua l'assessore - deve conciliare per ogni corpo idrico, o sua parte, gli usi della risorsa col mantenimento della vita biologica, l'ecosistema, la produzione dei prodotti agricoli, garantendo nel contempo la biodiversità, e deve rispondere alle esigenze di ogni parte del ciclo idrico. Da qui la necessità di definire un'unica politica ed una gestione integrata delle acque che riguardino sia l'uso che la conservazione, in termini qualitativi e quantitativi, superando la separatezza gestionale e di intervento fra prelievi, usi, scarichi e successivi riusi".
Il Piano, elaborato dalla Direzione Generale delle politiche territoriali e ambientali della Toscana, è strutturato per singoli bacini idrografici, di cui cinque (Arno, Serchio, Ombrone, Toscana nord e Toscana costa) interamente compresi nel territorio toscano e sette solo in misura parziale (Magra, Po, Reno, Lamone, Fiora, Tevere e Marecchia).
Sulla base della fotografia della situazione attuale dello stato di qualità delle acque superficiali, sotterrane e marine, definisce gli obiettivi di qualità ambientale e individua gli interventi e le misure necessarie a raggiungerli, che assommano complessivamente a oltre 3 miliardi di euro nell' arco di 10 anni.
"Il Piano - ha aggiunto Franci - è uno strumento fondamentale di governo del settore delle acque per i prossimi anni e completa la programmazione ambientale di tutela delle risorse naturali cambiando radicalmente impostazione. Si è passati infatti dal controllo e dalla regolazione della fonte di inquinamento alla salvaguardia della qualità ambientale del corpo idrico superficiale e sotterraneo, a valle delle fonti inquinanti, tenendo conto delle caratteristiche sia chimiche e biologiche che quantitative delle acque. Dove tali parametri, sia qualitativi che quantitativi, non sono rispettati il Piano stabilisce le azioni da intraprendere per ottenerli".
Di recente è stato definito dalla Giunta regionale anche il controllo comparativo dei servizi idrici, che mette a confronto, tramite monitoraggio delle performance, la gestione effettiva del servizio idrico da parte dei vari soggetti per contribuire a superare le criticità e a migliorare nel loro complesso tale servizio, e per verificare il raggiungimento degli obiettivi di qualità delle acque.