La Meloria dopo la Corte
Che si profili una disputa su chi sarà a gestire l'Area marina protetta delle Secche della Meloria? La Regione Toscana porta avanti questo progetto da tempo, e la soluzione naturale sembra essere quella di affidare lo specchio acqueo da tutelare all'antistante Parco regionale di Migliarino, San Rossore e Massaciuccoli. Corrono però voci secondo le quali il Ministero potrebbe anche scegliere diversamente...di Renzo Moschini
Il convegno di Portoferraio promosso dalla Regione poteva e doveva essere, come da programma, una propizia occasione per fare il punto, specialmente da parte del Ministero dell'Ambiente, sulla situazione e le prospettive delle Aree marine protette in Toscana.
Non è stato così. Troppe assenze sospette e soprattutto poca voglia evidentemente di confrontarsi con le istituzioni regionali e locali che da Roma pretendono qualcosa di più e di meglio di commissari di comodo sfornati a ripetizione. E tanto più lo pretendono se hanno mostrato di sapersi assumere le loro responsabilità, anche di bilancio, come prontamente fece la Regione Toscana.
Se poi, anziché venire a dire pubblicamente che le Secche della Meloria saranno affidate in gestione al Parco regionale di Migliarino, San Rossore e Massaciuccoli, si fanno circolare ad arte 'voci' sulle reali intenzioni romane che sarebbero quelle di cercare 'altre' soluzioni (quali?) si ha ben ragione di arrabbiarsi.
Fortunatamente, mentre i cuochi romani studiano improbabili ricette, la Corte dei Conti, in una sua deliberazione del 20 settembre resa nota da pochi giorni, ha ribadito che in base alla legge 394 ed anche a quella successiva, la n. 426, le aree marine confinanti con aree protette terrestri, vanno senza tante scuse, affidate a queste ultime.
E' vero che anche sentenze della Corte costituzionale, al Ministero, sono state prese sottogamba e regolarmente ignorate. Ma perseverare, come si dice, è diabolico, e alla lunga potrebbe far pentire anche i più trinariciuti. E poi non è poi mai troppo tardi per mettere giudizio.