I Verdi: cosa ha fatto il Parco per Pianosa?
Ampia ed articolata analisi dei Verdi sulla gestione dell'isola di Pianosa da parte del Parco Nazionale dell' Arcipelago Toscano. Il documento è piuttosto critico: non risulta, vi si legge, che il Parco abbia attivato significativi interventi diretti a Pianosa. Inoltre, continuano i Verdi, è di difficile comprensione di quali interventi di manutenzione, agevolati dal Parco, abbia beneficiato l'isola negli ultimi mesi...Se mai ce ne fosse bisogno anche la vicenda della mancata valorizzazione
di Pianosa dimostra il fallimento della gestione Barbetti e mette in evidenza,
in modo clamoroso, la debolezza politica del braccio destro del Ministro
Matteoli all'Isola d'Elba.
Infatti, mentre il Ministero di Grazia e Giustizia sta aprendo un "carcere
leggero" ed il Comune di Campo nell'Elba ha promosso un articolato studio
scientifico sull'ambiente marino dell'isola piatta, il Parco, relegato ad
un ruolo marginale, si occupa perlopiù di imporre gabelle ai visitatori.
Peraltro, in una recente relazione, il Commissario ha risposto alle numerose
critiche ricevute con la seguente dichiarazione: "Oltre ad interventi diretti,
questo Parco, attraverso il Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio,
ha agevolato gli unici interventi di manutenzione relativi alle strutture
in abbandono dell'Isola di Pianosa (manutenzione di strade e sentieri, pulizia
del verde, sistemazione di impianti tecnologici, semina terreni e predisposizione
di punti di abbeveraggio per la fauna stanziale e di passaggio). Ha altresì
attivato un apposito piano per la visita a scopi turistico ricreativi".
In realtà non ci risulta che il Parco abbia attivato significativi interventi
diretti a Pianosa. Inoltre, è di difficile comprensione di quali interventi di manutenzione, agevolati dal Parco, abbia beneficiato l'isola negli ultimi mesi,
quando strade e sentieri non si presentano in buone condizioni, ed i terreni
seminati ed i punti di abbeveraggio fanno bella mostra di sé completamente
abbandonati da molti mesi; gli impianti tecnologici,
poi, non pare abbiano goduto di alcun rilevante intervento.
Non riteniamo, infine, che il Parco possa accreditarsi il merito dell'attivazione
di un piano per le visite, poiché la fruizione turistica è promossa e gestita
esclusivamente ed autonomamente da soggetti privati. Anzi, dispiace constatare
che quando il Parco è intervenuto nel suddetto piano, modificando repentinamente
e senza motivazioni comprensibili il numero di visitatori consentiti, si
sono creati perlopiù disagi sia per i fruitori che per gli operatori turistici.
Forse sarebbe stato meglio mantenersi fin dall'inizio su un livello di visitatori
più contenuto, anziché improvvisare un destabilizzante dietrofront in piena
stagione turistica.
Giacché il Parco ricava ingenti introiti dai biglietti di ingresso all'area
protetta, dovrebbe potersi osservare su Pianosa se non qualche intervento
peculiare che confermi ai visitatori che, ebbene si, proprio in un'area
protetta si trovano, almeno qualche minimo intervento che ne garantisca
il decoro. Orbene, quali sono gli interventi finanziati con tali introiti?
L'unico investimento del Parco, a quanto ci è dato sapere, consiste in un
incarico ad una cooperativa che presta servizio sull'isola nel periodo estivo.
Ma non è ben chiaro quale sia il compito di tale cooperativa; infatti l'attività
di controllo è istituzionalmente demandata, per quanto riguarda le competenze
del Parco, al Corpo Forestale dello Stato; inoltre si occupano della vigilanza
anche Polizia Penitenziaria, Carabinieri, Guardia di Finanza e Capitaneria
di Porto. Così come l'attività di antinquinamento è di pertinenza di unità
navali appositamente attrezzate e dislocate dal Ministero dell'Ambiente
nell'Arcipelago Toscano.
Si può intravedere, quindi, in questa anomala situazione uno sperpero di
denaro pubblico? La suddetta relazione, inoltre, conferma che, come da noi evidenziato in
precedenza, gli interventi a Pianosa annunciati da Barbetti nell'ottobre
2002 erano solo promesse; ad oggi, infatti, non sono stati avviati i lavori
per la realizzazione né dei punti di ormeggio né della Casa del Parco di
Pianosa.
Per quanto riguarda il più volte annunciato "progetto di eccellenza" per
la valorizzazione dell'Isola Piatta, purtroppo, rimarrà un sogno irrealizzabile,
almeno fino a quando Barbetti continuerà a dimostrarsi incapace di attivare
intese con gli altri soggetti che hanno competenza a Pianosa.
E' di poche settimane fa la notizia che il Parco ha aperto un tratto di
mare prima interdetto, Cala dei Turchi, ad attività di sea-watching. A parte
il fatto che la fine della stagione balneare non sembra il momento adatto
per lanciare certe iniziative, ci chiediamo: il Commissario conosce la
zona in questione caratterizzata da una costa accidentata con accessi a
mare pericolosi? E' stato effettuata una preliminare verifica su flora e
fauna presenti ed una contestuale valutazione sull'impatto ambientale che
potrebbe determinare tale attività antropica?
Ma la discutibile gestione commissariale non prevede solo sporadici interventi,
investimenti sbagliati e debolezza politica, ma anche la limitazione di
progetti efficaci. A quanto ci risulta, infatti, il Commissario non si è attivato per ripetere i campi lavoro organizzati dal Wwf Toscana che nel periodo 2000 - 2003 avevano
impegnato 300 volontari in opere di miglioramento ambientali e pulizia delle
coste.
Speriamo che Barbetti si renda conto, una volta per tutte, che per far funzionare
il Parco Nazionale Arcipelago Toscano non è sufficiente annunciare i progetti,
è necessario anche realizzarli.
Verdi arcipleago toscano