Aurelia sicura, subito!
Sono in tanti ormai a chiedre una... Aurelia sicura, subito!. La questione è delicata e infinita. Nella rete autostradale italiana infatti c'è un grave buco da troppo tempo ormai, quello tra Rosignano e Civitavecchia. Se ne parla da tanto, ci sono due progetti di completamento autostradale, ma niente si fa, e intanto sulla statale Aurelia, l'unica arteria tra le zone di Livorno e Roma, si continua a morire per incidenti stradali. C'è un bel progetto però, fermo da tempo. E' quello dell'Anas, di adeguamento e potenziamento dell'Aurelia. Sarebbe poco costoso e realizzabile rapidamente..."Siamo oltre la metà della legislatura e a tre anni dal varo del Primo Programma per le infrastrutture strategiche, un accordo tecnico sulle irrealistiche e devastanti ipotesi autostradali non si trova. I soldi, nella Finanziaria 2005, non ci sono. La Regione Toscana abbandoni quindi il tavolo con il Governo e torni a sostenere il progetto definitivo Anas di potenziamento dell'Aurelia tra Rosignano e Civitavecchia".
E' questo l'appello lanciato dalle associazioni ambientaliste (Comitato per la Bellezza, Italia Nostra, Legambiente, Movimento Ecologista, Wwf Italia) e dal Sam (Soccorso Ambientale Maremmano) che hanno promosso la marcia "Aurelia sicura, subito!" assieme i Comuni della Maremma laziale e toscana e alle organizzazioni degli agricoltori, partita questa mattina, sabato 23 ottobre, da Borgo Carige, a Capalbio.
Gli ambientalisti chiedono al Governo e alle Regioni (Toscana e Lazio hanno siglato nel giugno 2003 un accordo) che non si sprechi più tempo e denaro. "E' dal 2001 - commentano gli ambientalisti - che si sta discutendo di irrealistiche ipotesi autostradali tra Rosignano e Civitavecchia. Nel frattempo si sono verificati e si preannunciano sprechi intollerabili di denaro pubblico e di risorse ambientali. In questi tre anni sono stati già bruciati 172 miliardi di lire per liquidare nel 2002 la, oggi rediviva, concessionaria Sat, e si sono volatilizzati 304 miliardi di lire, stanziati dalla Finanziaria 2001, per la messa in sicurezza dei tratti più pericolosi (25 km. tra Capalbio e Tarquinia) della statale Aurelia.
"Sempre da tre anni - continuano le associazioni - che si sta discutendo su come costruire autostrade tra Rosignano e Civitavecchia, con un costo preventivato che varia tra i circa 3 miliardi di euro, per 200 km (ipotesi governativa) e i 2.2 miliardi di euro, per 200 km (ipotesi della Regione Toscana), quando esiste un progetto definitivo Anas di potenziamento a quattro corsie dell'Aurelia, che ha un costo (1.10 miliardi di euro,) equivalente alla metà o, addirittura, a un terzo di quanto lo Stato è disposto a corrispondere quale contributo alla realizzazione di un'autostrada, che sarebbe data in concessione, naturalmente, alla Sat".
"Il corto circuito è stato creato dai meccanismi indotti dalla Legge Obiettivo (L. n. 443/2001) che impongono le decisioni governative sulle infrastrutture strategiche sul territorio, depotenziando la procedura di Valutazione di Impatto Ambientale. Nonostante il tentativo di accelerare le procedure autorizzative sulla testa degli enti e delle popolazione, langue la trattativa tecnica e politica tra il Ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture e la Regione Toscana, che ha raggiunto nel 2003 un accordo sull'autostrada costiera con la Regione Lazio. Non si trova una soluzione sostenibile per la Maremma, quale quella prospettata dal progetto definitivo dell'Anas, mentre la statale Aurelia, tra Rosignano e Civitavecchia, continua ad essere una delle strade più pericolose d'Italia per l'incidentalità (con 0,87 incidenti/km, a fonte di una media nazionale di 0,42)".
"Sono passati tre anni - concludono gli ambientalisti - dal varo del primo programma delle opere strategiche (costo preventivato di 125 miliardi di euro, lievitato per gli accordi con le Regioni a 231 miliardi di euro), che oggi sta subendo un impasse (mancano per attuarlo 22 miliardi di euro). Nella Legge Finanziaria 2005 ci sono solo 182 milioni di euro certi per le infrastrutture strategiche su tutto il territorio nazionale. E il Governo le Regioni interessate invece di optare per la soluzione immediatamente praticabile e più sostenibile dal punto di vista ambientale, sociale ed economico, il progetto Anas, compiono un inutile braccio di ferro e resuscitano incomprensibilmente, con la Legge Finanziaria 2004, la concessione Sat".