Caccia: perché la preapertura?
Come ogni anno la Toscana apre la caccia con anticipo, seppur in modo limitato ad alcune specie soltanto. E il Wwf, come sempre fa, critica questa scelta della nostra regione che, tra le altre cose, significa andare a colpire esemplari di uccelli giovani e non ancora del tutto indipendenti Siamo a settembre e come ogni anno, purtroppo, si riparte con la caccia anticipata.
E' dal primo del mese, e non dalla terza domenica di settembre (data fissata dalla legge quadro nazionale), che la Regione Toscana ha voluto si iniziasse a cacciare con la cosiddetta 'preapertura', cioè il prelievo venatorio anticipato, seppur limitato ad alcune specie (tortora, merlo, colombaccio, alzavola, germano reale e marzaiola).
E' il segno di come la caccia in Toscana, e più in generale in Italia, continui ad essere gestita in modo insostenibile, inadeguato e gravemente dannoso. E' la dimostrazione di come le esigenze della fauna e le indicazioni del mondo scientifico vengano costantemente messe in secondo piano rispetto ai voleri del mondo venatorio più oltranzista.
Cacciare ai primi di settembre (cioè ancora in 'estate'), significa andare a colpire esemplari giovani non ancora del tutto indipendenti e sparare su anatre con difficoltà di volo, perché non hanno ancora ultimato la muta delle penne, e sulle coppie nidificanti nel nostro paese (non essendo ancora giunti i contingenti migratori dal nord).
Tutto questo quando sul nostro territorio si trovano ancora moltissime specie migratrici (e molte di queste rare e protette) estremamente sensibili al danno diretto e indiretto della caccia. Non a caso lo stesso Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica, massimo organo scientifico in tema di fauna, si è più volte esplicitamente espresso contro la preapertura agli acquatici.
Ma la Regione ha deciso di procedere come se nulla fosse e i risultati sul campo sono già visibili: gravissimi i danni sia per le specie oggetto di prelievo che per le altre. Infatti da oggi, la Toscana è in queste domeniche "invasa" da decine di migliaia di cacciatori, che hanno preso d'assedio, con i loro fucili, boschi e campagne, incuranti del danno ambientale che la loro caccia causa alla nostra regione.
Confermando il loro costante impegno, le oltre cento Guardie Volontarie Wwf, distribuite su tutto il territorio della Toscana, proseguono nella loro azione di tutela della fauna, accanto ai corpi preposti dallo Stato e dalle Province, con un controllo sia normativo che sul campo. Il loro prezioso operato ha consentito di limitare la pressione venatoria riducendo le infrazioni, ciò nonostante, già nel primo giorno di caccia, sono state numerose le azioni di bracconaggio accertate insieme ad altri illeciti di natura penale.