Carenza idrica: il parere dell'esperto
E' uno degli argomenti di più stretta attualità e rappresenta un problema ormai da troppo tempo. La carenza idrica estiva insomma chiede all'Elba una soluzione, ma questo non sembra tanto facile. Risparmiare acqua è giusto, ma non basta. Paradossalmente sarebbe anche inutile ridurre le molte perdite che certamente si verificano a causa della fatiscenza dell'acquedotto isolano. Aumenterebbe infatti la pressione dell'acqua nelle tubazioni e questo potrebbe risultare persino dannoso...di Marcello Meneghin
Mi compiaccio per l'articolo, pubblicato sul numero 150 di Elba Oggi, nel quale si portava in luce il problema idrico elbano con indicazione dei problemi e degli accorgimenti da adottare. Nel mentre riaffermo la validità dello scritto, riterrei utile integrarlo con alcune importanti osservazioni. Innanzitutto la qualità dell'acqua. Occorre ribadire con forza che quella proveniente dalla Val di Cornia, che rappresenta la maggior parte del volume distribuito all'Elba, contiene il boro in percentuali non ammesse.
Come accade spesso in Italia, per rendere commestibile una sostanza che non lo è e quindi provoca danni alla salute pubblica, si alzano, con apposita e provvisoria deroga, ancora una volta, i limiti di accettabilità che la legge impone. Secondo problema: le rilevanti perdite d'acqua. Anche qui occorre precisare, come minimo, tre fattori a cui l'articolo non fa cenno.
Tra le varie cause non ne viene citata una dalla quale deriva la dissipazione di almeno la metà del totale disperso all'Elba e cioè l'eccessiva pressione di funzionamento che si verifica in molte delle aree servite dall'acquedotto. Avere nella rete di distribuzione una pressione corrispondente a cento (ed anche molti di più) metri di colonna d'acqua, come accadrebbe in molti casi all'Elba se non esistessero perdite, significa giustificare le attuali condotte colabrodo.
Entra ora in ballo il secondo fattore. Le perdite sono note solo per il loro volume annuo oppure per la dotazione specifica in litri per abitante senza che sia dato conoscere il periodo in cui esse si collocano. Se si andasse invece a verificare quando si hanno le maggiori dispersioni ci si accorgerebbe che è durante la notte e durante i periodi in genere di bassi e bassissimi consumi dell'utenza che le perdite aumentano a dismisura.
Occorre allora far rilevare che di notte quando la gente non ha bisogno d'acqua e d'inverno quando la stessa è abbondante, le citate rilevanti perdite non provocano gravi disservizi per l'utenza anzi costituiscono, paradossalmente, un male necessario in quanto riportano la pressione entro limiti accettabili. E' d'estate che l'isola è assillata dalla carenza idrica e, se potessimo misurare le perdite occulte di tale periodo, potremmo vedere che esse rientrano allora, anche all'Elba, entro limiti abbastanza tollerabili.
Molti acquedotti sono riusciti a dimezzare le loro perdite, che costituiscono comunque un grave danno, semplicemente regolando la pressione di esercizio e cioè abbassandola di notte ed alzandola in tutti i momenti di forte consumo. Tutto ciò all'Elba non è possibile a causa della conformazione del territorio o lo è solo in certi casi ed entro certi limiti. Quello che intendo dire è questo: anche se con un colpo di bacchetta magica un bel giorno tutte le tubazioni colabrodo che attualmente formano l'acquedotto fossero sostituite con tubi nuovi, il problema non sarebbe risolto.
La forte pressione notturna formerebbe in breve una miriade di piccolissime invisibili nuove rotture (quelle macroscopiche sono tutte rapidamente riparate) sopratutto nelle condotte minute degli allacciamenti privati ed il problema tornerebbe in breve a ripresentarsi. Allo stesso modo i doverosi provvedimenti di risparmio idrico auspicati nell'articolo citato, all'Elba risulterebbero poco efficaci persistendo anzi, in tal caso aumentando, la notevole pressione di esercizio determinante causa delle perdite.
Questo fatto è dimostrato dai consumi statistici di tutte le zone montagnose o comunque con territorio avente forti dislivelli altimetrici: i consumi specifici di queste zone non sono assolutamente paragonabili con quelli delle aree o delle città pianeggianti. Io conosco importanti acquedotti che perseguono con una pignoleria addirittura maniacale la ricerca ed eliminazione delle perdite ma, ciononostante, in detti territori montagnosi non riescono a contenerle entro limiti accettabili.
Infine, terzo argomento molto importante, il servizio a turni alterni spesso adottato d'estate per carenza d'acqua: è da esso che derivano grandi pericoli per la salute pubblica in quanto, durante le ore di chiusura dell'acqua zona per zona, penetrano in condotta le sostanze inquinanti sempre presenti nel terreno attraversato con i tubi. A questo punto qual'è la conclusione cui arrivare? A mio avviso è condensata nei seguenti due punti
1) All'Elba diventa prioritario distribuire acqua di buona qualità e, visto e considerato che in isola durante l'anno precipita acqua ottima ed in quantitativi più che sufficienti per coprire il fabbisogno, è urgente ricorrere all'uso dell'acqua locale abbandonando il rifornimento della Val di Cornia.
2) La costituzione fisica dell'isola rende estremamente difficile il contenimento delle perdite. L'adozione di tutti i provvedimenti di cui all'articolo citato, il rifacimento della rete e, dove possibile, la regolazione della pressione di consegna dell'acqua non saranno sufficienti per eliminare le perdite che resteranno comunque su percentuali molto elevate valutabili approssimativamente e come minimo nel 40% del totale immesso in rete. Per rendere il servizio efficiente non resta quindi che avere a disposizione volumi d'acqua cospicui ed atti a superare i momenti di grande richiesta idrica sopratutto estiva.
Essendo il fabbisogno elbano molto variabile durante l'anno, in quanto elevatissimo d'estate, quando le fonti locali sono pressocchè asciutte, e minimo d'inverno, quando l'Elba è ricchissima d'acqua, il rimedio è uno ed uno solo: un serbatoio capace di immagazzinare l'acqua in volumi sufficienti per un rifornimento normale senza sospensioni turnarie.
Infine un consiglio per gli elbani. Non crucciatevi eccessivamente per l'acqua dispersa nel terreno! Si tratta di volumi cospicui ma che si verificano in gran parte quando d'acqua all'Elba ce n'è molta. Essi rappresentano un tributo, non dissimile da quello sopportato da territori ad altimetria molto varia come quello elbano, che l'Isola d'Elba deve inevitabilmente pagare per poter disporre di un territorio tanto bello e variegato.