Le spadare continuano ad uccidere i delfini
Servono controlli piu severi nelle zone a rischio, quali la Sicilia, la Sardegna e la Calabria, per stringere le maglie attorno ai bracconieri del mare. Nel mondo oltre 300.000 all'anno i cetacei che muoiono catturati nelle reti. la denuncia viene dal Wwf...Le micidiali spadare vengono ancora utilizzate in Italia, nonostante i
divieti dell'Unione Europea che dal 2002 le ha bandite per il loro forte
impatto sulle specie sempre piu rare e protette come cetacei, tartarughe
marine e squali . Pescherecci siciliani e calabresi continuano a calare
illegalmente le micidiali reti provocando la morte di decine di stenelle,
delfini, tursiopi, capodogli. Dietro a questa attivita illegale si nasconde
una vera e propria truffa ai danni dello Stato che ha stanziato 5 milioni
di euro nel luglio 2002 per completare il piano di riconversione flotta
italiana mettendo cosi in completa illegalita le micidiali reti derivanti
chiamate spadare.
Le importanti indagini e i sequestri effettuati dalla Guardia di Finanza e
la Procura di Catania, riportati oggi da un noto quotidiano nazionale,
hanno dato finalmente una svolta alle continue denunce piu volte fatte dal
WWF rispetto alla presenza e all'uso delle spadare in Italia.
Se il Governo non stronca immediatamente con fermezza questa pratica
illegale, che rappresenta una vera e propria truffa e un danno gravissimo
alla fauna marina protetta, l'Italia si presentera con un pessimo biglietto
da visita all'incontro annuale dell'Iwc, la Commissione Baleniera
Internazionale, che si prepara ad ospitare, per la prima volta nel nostro
paese, a Sorrento dal 19 al 23 luglio.
Sebbene nel Mediterraneo non esista una vera e propria caccia alle balene,
i cetacei, come balenottere, capodogli, delfini e stenelle, ma anche altre
specie rare come squali, razze e tartarughe marine, continuano ad essere
vittime frequenti delle reti derivanti. Il Wwf stima che sono oltre 300.000
i cetacei che ogni anno finiscono uccisi nelle reti di tutto il mondo. Solo
in Calabria il Wwf in queste ultime settimane ha raccolto oltre 15 stenelle
spiaggiate con le pinne amputate ed evidenti tracce lasciate dalle reti sul
corpo, segno che a largo si continuano ad usare sistemi di pesca
assolutamente non selettivi. Dai dati raccolti dal Wwf emergono alcune zone
"calde" di questo metodo di pesca: Sicilia (isole Eolie, il catanese),
Sardegna sud occidentale (Calasetta e isola Sant'Antioco) basso Lazio (Isole
pontine) Calabria (Bagnara). Le barche che vanno a pescare i Sardegna
provenngono per la maggiorparte dalla Calabria e dalla Sicilia.
Il Wwf chiede che il Governo stringa le maglie attorno ai bracconieri del
mare con il ritiro immediato delle spadare ancora oggi a bordo dei
pescherecci italiani e l'impiego massiccio sul campo di tutte le forze di
polizia (Capitanerie di Porto, Guardia di Finanza, Carabinieri, Polizia di
Stato e Corpo Forestale) per stroncare questa illegalita diffusa e dare un
segno tangibile del controllo per la salvaguardia del nostro ambiente.
Wwf Italia