Gli arresti del primo maggio
Sono ancora in carcere i sette che all'alba del primo maggio sono stati arrestati dalla Guardia di Finanza, all'Elba, con gravi accuse quali la frode e la turbativa d'asta. Tutto questo in relazione ai lavori di ripavimentazione della principale piazza di Marciana Marina, piazza della Chiesa. Tra gli arrestati anche l'ex tecnico del Comune. E poi ci sono imprenditori e professionisti...L’opposizione consiliare di Marciana Marina aveva definito ‘il pasticciaccio’ l’affare relativo ai lavori di riqualificazione della Piazza della Chiesa. Quella piazza che, visti i progetti comunali, per molti era diventata la “piazza sintetica” , per “I Marinesi” (i consiglieri di minoranza) “la piazza dei miracoli”.
Ma non sono state questioni estetiche o toponomastiche ad indurre la Guardia di Finanza di Portoferraio ad eseguire, all’alba del primo maggio scorso, un’ordinanza di custodia cautelare per sette persone tra professionisti, impresari edili, artigiani e per l’ex capo dell’ufficio tecnico di Marciana Marina, ora tutti ospiti del carcere livornese delle Sughere.
Le accuse a loro carico sono pesanti: concorso in turbativa d’asta, frode aggravata, false attestazioni e danni al Comune e non è affatto detto che l’inchiesta si fermerà qui. I fatti riguardano l’aggiudicazione dell’appalto per il rifacimento della piazza della chiesa, lavori poi effettuati tra il 2002 e il 2003.
In buona sostanza Luca Tantini, allora capo ufficio tecnico del Comune, avrebbe agevolato nella gara la ditta di proprietà di Fiorenzo Batignani, la Aspas srl, la quale pur non avendo i requisiti specifici e vincolanti per la partecipazione, risultò alla fine essere l’unica a presentare un’offerta. L’appalto venne vinto e fu aggiudicato per un importo netto a ribasso d’asta di poco più di 700 milioni di lire.
Tantini e Batignani sono, come si diceva, alle Sughere, in compagnia di Salvatore Morello, Giovanni Pezzotta, Camillo Caldarera, Leonello Balestrini e Boris Gasparri, con un provvedimento sproporzionato, dicono all’unisono, per cominciare, i loro legali. Spetterà al giudice per le indagini preliminari, Rinaldo Merani, valutare se sussistano o meno le condizioni per la misura cautelare, se vi sia pericolo di inquinamento delle prove o la possibilità di reiterazione del reato, se il provvedimento possa essere revocato o almeno sostituito dagli arresti domiciliari.
Il rifacimento della piazza di Marciana Marina, lo ricordiamo, fu subito oggetto di polemiche: dapprima per l’idea di utilizzare un materiale sintetico chiamato “gleverit” al posto del granito dell’Elba, come tradizione e cultura storica avrebbero voluto. Poi per il bizzarro mosaico a sassi bianchi e neri che avrebbero disegnato il sagrato. Su entrambe le cose, l’Amministrazione fu costretta a fare marcia indietro, pur avendo dalla sua addirittura la Sovrintendenza.
“I Marinesi” avevano raccolto circa 400 firme contro il progetto originario e indetto un’assemblea pubblica con la partecipazione della stessa Sovrintendenza, alla fine della quale il sindaco Giovanni Martini aveva deciso la realizzazione del quadrato centrale della piazza con piccole pietre di fiume, le cosiddette ‘pillole’. Tanto, ovviamente, non bastò per evitare un esposto alla Procura della repubblica per presunte irregolarità nei lavori.
Risolto felicemente il problema estetico e culturale quindi, finiti i lavori nell’estate 2003, già a novembre dello stesso anno la Finanza sequestrò in Comune la documentazione relativa all’appalto e ai sub appalti. Il 25 marzo successivo una richiesta di custodia cautelare, a firma del pubblico ministero Roberto Pennisi, venne depositata in cancelleria. Trentasette giorni dopo è scattato il provvedimento e si sono aperte i cancelli delle Sughere.
(M. B.)