Un carcere che recuperi alla societā
La Regione toscana aderisce ad un protocollo d'intesa per favorore il lavoro dei detenuti dentro e fuori dal carcere. Cooperative, Regione e Amministrazione penitenziaria dunque lavoreranno insieme per favorire il reinserimento dei reclusi delle carceri toscanel recupero e il reinserimento sociale dei detenuti attraverso il lavoro, dentro e fuori dal carcere. Questo l'obiettivo del protocollo d'intesa firmato nei giorni scorsi nella sede dell'assessorato al lavoro della Regione dal provveditorato dell'amministrazione penitenziaria toscana e dalle associazioni Agci Solidarietā, Arcst Legacoop, Federsolidarietā Confcooperative.
A questo accordo la Regione Toscana dā il suo sostegno e assicura la sua collaborazione, nel quadro di un'azione comune fra tutti i soggetti interessati. Una lettera di intenti che formalizza questo impegno č stata firmata poi dal vice presidente e assessore alle politiche sociali Angelo Passaleva, insieme agli assessori all'istruzione formazione e lavoro, Paolo Benesperi, e alle attivitā produttive Ambrogio Brenna.
L'accordo firmato nei giorni scorsi permette di coordinare al meglio gli sforzi per promuovere, ampliare e razionalizzare i processi di inserimento sociale e lavorativo dei detenuti nelle carceri toscane. Un impegno che, come č stato ricordato, vede giā numerose iniziative in corso di svolgimento in Toscana. Iniziative alle quali, grazie a questa intesa, sarā possibile dare maggiore organicitā e continuitā.
Sia la Regione che l'amministrazione penitenziaria hanno espresso soddisfazione per l'intesa raggiunta. L'amministrazione carceraria, da parte sua, si č impegnata a effettuare un monitoraggio delle realtā delle carceri toscane per capire come e dove sia possibile organizzare le attivitā lavorative dei detenuti previste dall'intesa.
La Toscana č una delle regioni italiane a maggiore concentrazione di istituti penitenziari, con 12 case circondariali, 5 case di reclusione, 1 ospedale psichiatrico giudiziario, 2 case mandamentali. Elevata anche la concentrazione di detenuti con una presenza rilevata dalla Fondazione Michelucci, al giugno 2003, di oltre 4000 detenuti, di cui 3.843 uomini e 185 donne, a fronte di una capienza prevista di 2.900 posti.
Forte anche la presenza di immigrati: al giugno 2003 gli stranieri nelle carceri toscane erano il 39 per cento del totale, contro il 29,7 per cento rilevato alla fine del 1997. L'impegno della Regione in questo settore, come si č detto, non comincia oggi. Attivitā di studio, di formazione professionale, esperimenti di custodia attenuata, attivitā ludiche e creative, laboratori teatrali sono partite da tempo grazie alla collaborazione fra Regione, enti locali, cooperative sociali, organizzazioni del volontariato e amministrazione penitenziaria.