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Elba Oggi Settimanale di attualità e cultura dell'Isola d'Elba
Direzione, Redazione e Amministrazione: info@elbaoggi.it
Registrazione Tribunale di Livorno n° 682 del 26 Febbraio 2001
Direttore Responsabile: Francesco Oriolo
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La riforma della scuola vista dai genitori
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L'A.Ge. (Associazione Italiana Genitori) interviene esprimendo il proprio pensiero sulla riforma Moratti. Vi sono luci ed ombre secondo l'associazione: bene certa filosofia di fondo che esalta i valori, preoccupazione invece per le scarse risorse su cui potrà probabilmente contare al scuola italiana in futuro...
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Facendo seguito alle richieste di una presa di posizione avanzateci da più parti, sia interne che esterne all'associazione, ritengo opportuno riepilogare per maggiore chiarezza quella che è la linea di pensiero dell'A.Ge. (Associazione Italiana Genitori) così come risulta da numerosi interventi in dibattiti, pubblicazioni e dal mensile associativo AgeStampa.
Mi limito in questa sede a esaminare gli aspetti relativi alla scuola dell'obbligo, perché ancora molto c'è da dire e da capire a proposito di istruzione superiore e istruzione e formazione professionale.
Entrando nel merito della riforma, va innanzitutto evidenziato che dal nostro punto di vista di genitori essa presenta elementi di pregio ma anche motivi di perplessità. Analizzando nel dettaglio la legge dal nostro punto di vista concreto di genitori ne emergono chiari i punti di forza. Innanzitutto ci piace il forte richiamo ai valori, lo spazio dato all'educazione dei giovani e alle famiglie.
Ai più disincantati possono forse sembrare vuote enunciazioni di principio, ma noi sentiamo forte l'importanza che indirizzi come questi abbiano la veste pregnante di legge dello Stato. Un Dirigente scolastico, che è garante del rispetto delle leggi dello Stato all'interno dell'istituzione scolastica, non si sentirà forse interpellato da disposizioni normative che tracciano in modo così preciso il contesto di valori all'interno del quale muoversi?
Guardando indietro possiamo risalire all'articolo 21 della L. 59/97 (la 'Bassanini'), al Regolamento dell'autonomia scolastica, allo Statuto delle studentesse e degli studenti, alla stessa legge 30/2000. La Riforma Moratti si inserisce in un orientamento normativo consolidato che come genitori non possiamo non condividere. Non solo, riprende e approfondisce aspetti fondamentali come la crescita e la valorizzazione della persona umana, la cooperazione fra scuola e genitori, la formazione spirituale e morale.
Apprezziamo che il Ministro Moratti si sia detta disposta a ripensare ed eventualmente a rimodulare l'anticipo alla scuola materna. Come associazione di genitori abbiamo in più occasione chiesto che nelle norme di attuazione del decreto sia previsto il parere obbligatorio, anche se non vincolante, degli insegnanti.
Ci piace la figura di un maestro a cui fare riferimento quando abbiamo da parlare di cose importanti che riguardano nostro figlio, una figura che sia portavoce del team di insegnanti e interlocutore competente quando si tratta di fare le scelte giuste che riguardano la carriera scolastica dei nostri figli.
Ci piace la struttura composita di obbligatorio e facoltativo, che ci consentirà forse di far quadrare il difficile bilancio dell'organizzazione familiare, con i figli da accompagnare, riprendere e accompagnare ancora. Figli da seguire negli studi, figli da affiancare nel loro cammino di crescita, e ogni famiglia ha il diritto di organizzare i propri tempi, compatibilmente con quelli dell'organizzazione scolastica.
Forse, ma probabilmente è solo un sogno, una tale organizzazione farà superare le scuole 'polarizzate', e si potrà iscrivere il proprio figlio alla scuola sotto casa indipendentemente dal monte ore prescelto. Sicuramente farà sparire i moduli verticali e l'organizzazione quattro insegnanti su tre classi, che ad oggi hanno creato non poche difficoltà.
Anche l'inglese, 'spalmato' diversamente nelle cinque classi della primaria, può avere la sua ragion d'essere nel fatto che migliore è il risultato se l'apprendimento è vissuto come gioco. Bene anche la seconda lingua comunitaria nella scuola secondaria di primo grado: il nostro popolo ha un forte ritardo nella conoscenza delle lingue e questo è di grave ostacolo a una piena cittadinanza europea. Le ricadute a livello generale per il futuro del nostro Paese sono di tutta evidenza.
Sopratutto poi apprezziamo l'intento di ridurre la dispersione scolastica, una delle più alte di tutti i paesi industrializzati, ben lontana dall'obiettivo di contenimento al 10 % entro il 2010 prefigurato dai ministri europei. In questo contesto, sostanzialmente positivo nelle linee generali, in cui anche la componente dell'autonomia dei singoli istituti dovrà giocare il proprio ruolo, non mancano però motivi di preoccupazione per la concreta attuazione della riforma.
Non ultime la nostra richiesta di maggiore chiarezza di informazioni per i genitori che si apprestano a iscrivere i figli, la conferma degli organici docenti e Ata, la formazione degli insegnanti, la riformulazione dei profili professionali in sede contrattuale. Ancor più da vicino ci toccano i tempi di attuazione per le scuole e quelli per informare opportunamente i genitori, in modo che la loro scelta sia consapevole e responsabile.
Settembre si avvicina e proporzionalmente crescono le ansie degli operatori della scuola e di tutti coloro che auspicano un avvio sereno del nuovo anno scolastico. È urgente fare chiarezza sul tempo mensa: quelle dieci ore che nelle classi a tempo pieno fino ad oggi erano definite 'tempo scuola', diventano effettivamente due ore quotidiane di sola mensa e ricreazione, oppure vi si potrà prevedere anche qualcosa d'altro? Ma già la Circolare 29 annuncia la scure dei tagli.
Altre preoccupazioni gettano la loro ombra sulla scuola riformata, prime fra tutte quelle relative alle risorse. Per un anno resteranno confermati gli organici, è scritto, ma che succederà dove si formano nuove classi, o dove le famiglie richiedano più tempo scuola? La cancellazione del doppio organico sulle classi della scuola dell'infanzia appare in linea con l'ormai consolidata a tendenza a ridurre la dotazione organica a discapito delle compresenze, che pure sono preziose per il raggiungimento dell'obiettivo di una scuola di qualità.
Ancora: se le risorse finanziarie destinate in origine a sperimentare l'autonomia, sono state in gran parte destinate a sostenere il processo di riforma, dove troveranno le scuole i finanziamenti necessari per retribuire esperti esterni e ampliare così l'offerta formativa? Il processo di contenimento della spesa pubblica va avanti ormai da anni nel settore scuola, con tagli di volta in volta più pesanti.
E non giova certo fare un capro espiatorio dei pochi soldi destinati alle scuole paritarie delle quali è stato riconosciuto il servizio pubblico dallo stesso ministro Berlinguer: occorrono ben altre economie di spesa per innalzare la qualità di oltre diecimila istituti scolastici statali.
Una scelta dolorosa ma necessaria sarebbe quella di operare un miglior riparto delle risorse, e non solo fra nord e sud, ma anche all'interno di una stessa area metropolitana, là dove si verifica l'assurdo di classi di 15 alunni in una scuola e classi di 26 a pochi chilometri di distanza. Facendo leva sul naturale turn-over dei pensionamenti, ridistribuire il personale fra i vari organici provinciali e nelle scuole in base agli effettivi carichi di lavoro potrebbe dare un respiro nuovo a tanti istituti che operano al limite delle risorse umane e professionali.
Poi, e soprattutto, più soldi per la scuola: gli economisti insegnano che investire sull'istruzione produce un vero e proprio capitale umano capace di segnare il futuro di una nazione. Se i comuni dell'Anci si sono mossi compatti per prendere le distanze dalle ricadute economiche della riforma, altri modi e altre strade dovranno essere trovati per assicurare ai nostri figli un'adeguata preparazione umana, civile e culturale.
Un approccio, questo, di tipo essenzialmente concreto, in quanto siamo sinceramente convinti che schierarsi in modo ideologico possa solo creare lacerazioni laddove si dovrebbe invece parlare di educazione e di bambini. Chiunque abbia almeno un po' di pratica della scuola sa che gli insegnanti dei più diversi orientamenti lavorano serenamente insieme nella più grande professionalità. È ormai maturata la consapevolezza, nel mondo della scuola, che l'approccio corretto è quello professionale e rispettoso della realtà, per nella diversità delle opinioni.
Come non restare perplessi, soprattutto in un'ottica europea, di fronte a un Paese che nel breve volgere di tre anni ha messo mano a due riforme della scuola diverse tra di loro e senza essere ancora riuscito ad attuarne alcuna? Preoccupa che l'agitato dibattito politico e l'appressarsi della fine delle legislature induca i governi a varare riforme affrettate e scarsamente condivise.
Meglio sarebbe uscire dalle ideologie e disegnare insieme il futuro migliore per i nostri giovani. Questa è una responsabilità che investe tutti, governi e associazioni, media e sindacati, cittadini e operatori della scuola. E in gioco, lo sappiamo, c'è il futuro dei nostri figli e del nostro Paese.
Maurizio Salvi - Presidente Nazionale Associazione Italiana Genitori
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