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Elba Oggi Settimanale di attualità e cultura dell'Isola d'Elba
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Registrazione Tribunale di Livorno n° 682 del 26 Febbraio 2001
Direttore Responsabile: Francesco Oriolo
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Pianosa di nuovo un carcere?
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Nuovo allarme lanciato da Legambiente Arcipelago Toscano in merito al futuro dell'isola piatta. Intervistato dal Corriere della Sera, Giovanni Tinebra, direttore del Dipartimento amministrazione penitenziaria, avrebbe ipotizzato una riapertura delle carceri di Pianosa e dell'Asinara per risolvere il problema del sovraffollamento delle prigioni
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Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano, Regione Toscana, Provincia di Livorno e comune di Campo nell'Elba, circa due anni fa, hanno firmato un protocollo d'intesa per Pianosa, l'isola piatta dell'Arcipelago Toscano circondata da un mare cristallino ed intatto, l'accordo prevedeva: turismo contingentato, agricoltura biologica, attività scientifiche e didattiche.
Dopo la firma del patto ognuno ha fatto finta di nulla: il ministro Tremonti ha messo Pianosa in vendita inserendola nelle cartolarizzazioni, il Demanio vorrebbe vendere tutto il patrimonio edilizio (enorme: un paese intero ed il carcere), il comune di Campo nell'Elba rivendica gli usi civici su tutta l'isola e chiede di escludere il nucleo abitato dal Parco, di costruire un aeroporto e uno stabilimento balneare.
Ed ancora, il ministro Matteoli e il Commissario del Parco Nazionale annunciano un misterioso "progetto Pianosa" (intanto imprenditori ed esponenti di An vicini al ministro dell'Ambiente compiono strani voli in elicottero non autorizzati per ispezionare Pianosa dall'Alto), la Regione Toscana dice di voler comprare lei l'ex isola del Diavolo se Tremonti la metterà davvero in vendita alla modica cifra di 8 milioni di Euro...
A questa confusione si aggiungono le parole di Giovanni Tinebra, direttore del Dipartimento amministrazione penitenziaria che, in un'intervista al Corriere della Sera, dice di voler riaprire le carceri di Pianosa e dell'Asinara
Questo servirebbe a risolvere, dice Tinebra, il problema del sovraffollamento delle prigioni. Un'ipotesi che il ministro dell'Ambiente Altero Matteoli respinse decisamente quando, tempo fa, la propose il ministro Castelli. Tinebra afferma che ci sono strutture "vecchie che vorremmo indietro (...), l'Asinara e Pianosa. Per un carcere senza sbarre". Ma le isole intanto sono diventate Parchi Nazionali. Per Tinebra non c'è problema.
"Rispettando - dichiara - i giusti vincoli ambientali, si può dare una possibilità a detenuti che lavorano a basso costo per la manutenzione di quelle due isole, evitando che vadano in rovina le strutture esistenti come accade adesso. (...) Pensi che su quelle due isole potrebbero finirci 800 detenuti, quasi un mezzo indultino".
Dunque il capo delle carceri italiane pensa di riportare a Pianosa circa 400 detenuti con relative guardie penitenziarie e personale di servizio. Peccato che l'Università di Firenze abbia detto che Pianosa potrebbe sopportare al massimo 500 persone, quindi, con l'ipotesi di Tinebra, non ci sarebbe più posto per il turismo, per la ricerca e per le altre attività previste dal Protocollo d'intesa, ma nemmeno per i 450 visitatori giornalieri che attualmente prevede il Parco.
Gli stessi studi commissionati dal Parco e dalla Provincia di Livorno dimostrano che la presenza del carcere ha sicuramente avuto un impatto positivo sul mare impedendo la pesca, ma nel passato ha fortemente compromesso il delicatissimo ambiente terrestre (inquinamento di falde acquifere, discariche a cielo aperto, danneggiamento di beni storici, ecc.) e sfregiato l'isola con un enorme muro di circa 2 Km. che divide il paesino dall'ex area carceraria. Lo stesso degrado urbanistico di cui parla Tinebra era già iniziato con il carcere speciale.
Pianosa ha bisogno di tutto meno che di questo fiorire di ipotesi, anche strampalate, di progetti che non vengono attuati, di protocolli che non vengono rispettati. Legambiente chiede al ministro dell'Ambiente, al Parco Nazionale, alla Regione, alla Provincia ed al comune di pronunciare subito parole chiare per capire se condividono l'ipotesi di riaprire il carcere avanzata così clamorosamente ed autorevolmente dal dottor Tinebra.
Legambiente ha già chiesto alle Istituzioni precisi impegni:
- Al ministro Matteoli di confermare l'impossibilità della vendita di Pianosa perché inclusa in un'area protetta, marina e terrestre, di immenso valore ambientale, archeologico e paesaggistico, anche per evitare che denaro pubblico venga speso per dover acquistare un bene che è già e deve rimanere pubblico;
- Al Presidente della Regione Toscana Martini di continuare a vigilare sul destino dell'isola piatta e di adoperarsi per riaprire il tavolo di un accordo tra Parco, Regione, Provincia e Comune che fissi le linee di gestione ecocompatibile dell'isola, secondo le risultanze degli studi scientifici ed in previsione del Piano del Parco e del Piano Pluriennale di Sviluppo Economico e Sociale;
- Al Commissario Barbetti di riconfermare la centralità del ruolo del Parco Nazionale nella gestione futura di Pianosa, di avviare il progetto sperimentale di gestione di una parte dell'area marina protetta di Pianosa (boe per Diving ed accosti per diporto contingentate e sorvegliate, percorsi subacquei, percorsi in kayak) che può essere un esempio anche per altre isole minori e di chiarire al più presto cosa è il "progetto di qualità" per Pianosa.
A tutti chiediamo infine di superare divisioni e scontri per pensare a Pianosa, al suo delicato equilibrio ed alla necessità di interventi immediati, concordati e condivisi per mettere mano al degrado insostenibile del patrimonio edilizio e per valorizzare le immense bellezze naturali di un'isola e di un mare unici nel Mediterraneo.
Legambiente Arcipelago Toscano
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