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Elba Oggi Settimanale di attualità e cultura dell'Isola d'Elba
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Registrazione Tribunale di Livorno n° 682 del 26 Febbraio 2001
Direttore Responsabile: Francesco Oriolo
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Tragedia nel mare di Piombino
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Non bastavano gli scandali edilizi e le bufere politico amministrative, dove mettercisi anche la cronaca nera a contribuire a metter sotto poco invidiabili riflettori l'isola d'Elba in questo periodo. Anche su questo fronte infatti, nell'estate che si sta concludendo, i casi purtroppo non sono mancati. Gli ultimi, ci riguardano un po' meno da vicino ma in qualche modo fanno anch'essi la loro parte.
Stiamo parlando dei recenti incidenti in mare, a cominciare da quello in cui un pescatore di 68 anni, Pasquale Curcio, ha perduto la vita. Non è successo proprio nelle acque elbane, ma... certamente poco lontano, per la precisione a una dozzina di miglia al largo della costa piombinese. Il peschereccio, il "San Mauro I°", sul quale Curcio si trovava, dopo essere partito da Livorno diretto verso sud per una battuta di pesca al pescespada, è entrato violentemente in collisione con un grosso cargo, una nave porta containers, il "Jolly Blu" della compagnia Messina. Inutile aggiungere che il piccolo peschereccio si è sfasciato nell'urto ed è subito affondato.
Le versioni dell'accaduto per il momento sono discordanti e sarà l'inchiesta ordinata dalla Magistratura a stabilire cosa sia davvero accaduto. Salvi invece gli altri due membri dell'equipaggio del motopesca, subito recuperati dallo stesso cargo. Sono Roberto Curcio, figlio della vittima, e Claudio Naitana. I due si trovavano in coperta al momento della collisione, mentre il pescatore scomparso (ufficialmente disperso) stava riposando sotto coperta ed è quindi assai probabile che sia affondato con il peschereccio e si trovi adesso ancora dentro il relitto a 120 metri di profondità.
Una tragedia del mare che sotto molti aspetti è inspiegabile, salvo che non si voglia parlare di una incredibile distrazione da parte di qualcuno. Non mancano però, soprattutto tra gli uomini di mare di Livorno, coloro che parlano di un forse eccessivo traffico marittimo nell'alto Tirreno.
Tragedia sfiorata invece in un mare che non è il nostro ma con "protagonista" una compagnia di navigazione che invece sentiamo come nostra. Parliamo della Moby Lines, la compagnia di Vincenzo Onorato che ha sede operativa a Portoferraio, che dal dopo guerra ormai, affiancandosi alla Toremar, collega l'Elba al continente e che per questo è divenuta per l'isola ormai una sorta di istituzione. Il traghetto Moby Magic infatti, molti lo sapranno, ha rischiato il naufragio in prossimità della Costa Smeralda, in Sardegna.
La nave era partita da Livorno con 80 passeggeri ed altrettanti membri dell'equipaggio. Giunto ormai in prossimità del suo porto di arrivo, Olbia, sembra per un errore umano, il traghetto è finito sugli scogli della secca dei Monaci, si è aperta una falla di un paio di metri e l'acqua ha iniziato ad entrare. Proprio da Portoferraio l'armatore ha dato ordine di pensare innanzitutto a salvare i passeggeri e questo ha evitato una tragedia.
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