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Elba Oggi Settimanale di attualità e cultura dell'Isola d'Elba
Direzione, Redazione e Amministrazione: info@elbaoggi.it
Registrazione Tribunale di Livorno n° 682 del 26 Febbraio 2001
Direttore Responsabile: Francesco Oriolo
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Caccia, ancora una apertura tra le polemiche
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"In Italia la caccia è un'emergenza ambientale preoccupante che ad ogni stagione distrugge irrimediabilmente un patrimonio di biodiversità preziosissimo, oltre a costituire una questione sociale e morale ancora aperta". Così le Associazioni ambientaliste ed animaliste Wwf, Lipu, Lav, Lac, Peta, Animalisti Italiani, Dea e Altura replicano alla Federcaccia che, nei giorni scorsi, in vista dell'apertura della stagione venatoria, ha dipinto un quadro roseo che definiscono fuori dalla realtà
"L'esercito - continuano gli ambientalisti - delle oltre 700 mila doppiette italiane, libere per almeno 5 mesi l'anno di scorrazzare anche nei fondi privati e contro la volontà dei proprietari, determina ad ogni stagione venatoria la morte di 100 milioni di animali selvatici e grossi danni agli equilibri ecologici. Inoltre mina la sopravvivenza di specie rare e vulnerabili ed impedisce ai cittadini la fruizione di boschi e campagne. Nella passata stagione, per esempio, la caccia ha causato 172 incidenti con 54 morti, 89 feriti e 7 invalidi.
A giudizio delle associazioni le proposte e le riflessioni fatte nei giorni scorsi dalla Federcaccia per la prossima stagione venatoria (che partirà anticipatamente l'1 settembre in 16 regioni) sono particolarmente preoccupanti.
Questi i loro commenti:
- POTERI ALLE REGIONI: secondo la nuova disciplina del Titolo V della Costituzione, lo ha ribadito la Corte Costituzionale nelle diverse sentenze dell'ultimo anno, annullando i calendari venatori della Puglia e della Sardegna e della Provincia autonoma di Trento, la tutela degli ecosistemi e della fauna è una materia di esclusiva competenza dello Stato, che fissa standard uniformi - nel rispetto delle direttive comunitarie - valevoli su tutto il territorio nazionale ai quali si devono attenere le regioni. Affidare alle regioni pieni poteri sulla caccia è una mostruosità giuridica che rischierebbe di trasformare l'Italia in un insieme di 20 "repubbliche autonome delle doppiette", come nel caso di Abruzzo, Toscana, Veneto e Lazio, dove Province e perfino ATC (Ambiti Territoriali di caccia) si sono dissociati dalla preapertura prevista dal calendario venatorio.
- MODIFICHE ALLA LEGGE SULLA CACCIA: inaccettabili la richieste di Federcaccia di modificare anche solo una parte della 157 (legge gia' abbondantemente forzata dalle Regioni) quando in realta' i nove disegni di legge in discussione alla Camera, la stravolgerebbero completamente, con l'allungamento dei periodi di caccia da agosto a marzo; l'aumento delle specie cacciabili - incluse specie protette dall'UE; l'abolizione delle sanzioni penali per bracconieri e cacciatori di frodo; la caccia nei Parchi, riserve e zone protette, ecc. Insomma, un pacchetto di norme per dare alla legge una esasperata devolution filovenatoria.
- CACCIA COME OPPORTUNITA': ammazzare per sport milioni di animali con il falso alibi di proteggere l'ambiente non è un'opportunità per la collettività, ma la sottrazione di un patrimonio comune: la caccia in Italia non rappresenta piu' un esigenza primaria di sopravvivenza, ma un anacronismo che priva ai comuni cittadini di poter ammirare in natura e in tranquillita' la fauna selvatica. Ben altri sarebbero i posti di lavoro garantiti da un'attenta politica di protezione dell'ambiente, sviluppo delle aree protette e dell'ecoturismo.
- CACCIA UTILE ALL'AMBIENTE: I dati parziali citati da Federcaccia su alcune specie, non sono corrispondenti alla vera realta' italiana: i dati scientifici dimostrano che più della metà delle 36 specie cacciabili in Italia sono inserite nelle categorie di minaccia della Lista Rossa d'Italia (WWF su dati IUCN 2002). Di queste 36 ben 13 sono considerate vulnerabili: coturnice, pernice rossa, marzaiola, canapiglia, codone, quaglia, starna, fagiano di monte, pernice sarda, frullino, beccaccia, tortora e allodola. Per alcune di queste l'Italia ha una grande responsabilità: ospita infatti l'81% della popolazione esistente di pernice sarda (5-10.000 esemplari in tutto), il 36% di coturnice e il 25% dell'allodola.
Wwf, Lipu, Lav, Lac, Peta, Animalisti Italiani, Dea e Altura ricordano infine come le posizioni di Federcaccia "rispondano a richieste che giungono dalla parte più estremista del mondo venatorio, quello che rifiuta il dialogo con il mondo scientifico e ambientalista. Queste posizioni non rispecchiano inoltre l'opinione della maggioranza degli italiani che, indipendentemente dalle convinzioni politiche, da tempo si e' espressa, in più di un sondaggio (People/Swg, Istituto di Ricerche Albors, ecc), a favore dell'abolizione o restrizione della caccia con percentuali superiori all'87%".
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