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Elba Oggi Settimanale di attualità e cultura dell'Isola d'Elba
Direzione, Redazione e Amministrazione: info@elbaoggi.it
Registrazione Tribunale di Livorno n° 682 del 26 Febbraio 2001
Direttore Responsabile: Francesco Oriolo
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Il Primo maggio della Cgil
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La Cgil dell'isola d'Elba, in una sua riflessione sul Primo maggio, ripercorre alcune tappe di questa festa, istituita dall'Internazionale Socialista nel 1891 e segnata anche da episodi dolorosi, come quello del 1947 a Portella della Ginestra dove, in quella che venne definita la prima strage del nostro Stato divenuto da pochi anni democratico, vi furono 11 morti e oltre 50 feriti tra i contadini convenuti a manifestare.
Ma la Cgil richiama anche l'oggi, a partire dal grande tema della pace come "principio ispiratore di un nuovo ordine mondiale fondato sulla Carta delle Nazioni Unite".
E non poteva mancare l'accento posto sulle battaglie fatte per i diritti, quelli da preservare e quelli da estendere a lavoratori e lavoratrici che oggi non hanno quasi nulla.
Si parla in questo caso dei milioni di lavoratori chiamati 'atipici', divenuti ormai fin troppo numerosi. Sono i collaboratori coordinati e continuativi, gli occasionali, i para subordinati, i titolari di partite Iva individuali, gli associati in compartecipazione, contratti che quasi sempre mascherano rapporti subordinati ma più economici e precari.
A questi si aggiungeranno tra non molto i 'lavoratori a chiamata', quelli in staff leasing, quelli collocati sul mercato attraverso le più varie forme di intermediazione di manodopera.
"Il significato del Primo maggio - ha ricordato Marcello Bonistalli, coordinatore della Cgil per l'Isola d'Elba - è ancora attuale e necessario per estendere i diritti fondamentali (malattia, sciopero, associazione, maternità, previdenza, sicurezza) a tutti i lavoratori del nostro Paese, che siano immigrati, condannati all'illegalità del lavoro nero o giovani precari e atipici. Per questo la Cgil sta conducendo una battaglia nell'interesse generale, tutt'altro che corporativa e massimalista, come dimostrano i 5 milioni di firme raccolte sulle nostre proposte di legge".
Infine la Cgil torna a chiedere politiche per lo sviluppo, fatto di qualità e di diritti, di innovazione e ricerca, di valorizzazione delle risorse umane senza le quali c'è solo il declino e la perdita di competitività"
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