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Elba Oggi Settimanale di attualità e cultura dell'Isola d'Elba
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Registrazione Tribunale di Livorno n° 682 del 26 Febbraio 2001
Direttore Responsabile: Francesco Oriolo
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25 Aprile: la storia
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L'Elba ha celebrato, come è avvenuto ovunque, il 25 aprile. la cerimonia più importante a rio marina. Noi proponiamo qui una panoramica storica di Marcello D'Arco su ciò che per l'isola d'Elba hanno significato gli ultimi anni del secondo conflitto mondiale, la liberazione dal nazi-fascismo e la difficile ricostruzione negli anni successivi ----------------------- di Marcello D'Arco
Il 25 aprile, anniversario della Liberazione dal nazifascismo, viene ormai celebrato in modo sempre più sbrigativo e protocollare. Eppure, mantiene tutto il suo significato dopo 58 anni ed è ancora vivo nella memoria di tante famiglie.
Risparmiata all'inizio, l' Elba conobbe veramente gli orrori della guerra a partire dal settembre del 43: massicciamente bombardata dai tedeschi e dagli angloamericani, teatro dello sbarco delle truppe coloniali a Marina di Campo. Sarà proprio l'attacco dei senegalesi a liberare l'isola con 10 mesi di anticipo rispetto al resto del paese. Ma vediamo, in sintesi, questo travagliato arco di tempo.
Dopo l'armistizio del settembre '43, il presidio militare dell'Elba ha scelto di schierarsi contro i tedeschi ed ignora l'ultimatum di consegnare le armi. Il 16 settembre gli stukas devastano il centro cittadino e fanno oltre 150 morti, Quindi i tedeschi occupano l'isola. Portoferraio - 1944
Il 16 giugno del '44 un convoglio di 220 navi partito da Bastia arriva davanti al golfo campese . E' scattata l'Operazione Brassard. A bordo sono pronti all'assalto 12 mila uomini (senegalesi, marocchini nella maggior parte, ma anche gruppi di marines corsi e inglesi), a terra li aspettano circa 3 mila soldati (fra cui un battaglione di soldati italiani) ben appostati nelle batterie delle colline e lungo la costa.
All'alba del giorno successivo, commandos africani sbarcano vicino a Capo Pero, Lacona, Capo Stella e Ripalti; altri nuclei di incursori arrivano all'Enfola per far tacere i cannoni da 152. Poi, in tre ondate, senegalesi e marocchini mettono piede sulla spiaggia di Marina di Campo. Moltissimi falcidiati dai cannoni, mitraglie, mine disseminate sull'arenile. Dopo due giorni, i tiratori senegalesi entrano in Rio Marina ed issano il tricolore.
I tedeschi superstiti lasciano Cavo, la battaglia dell' Elba è finita. Il bilancio dell'Operazione Brassard è assai pesante. I tedeschi lasciano sul campo circa 700 soldati (oltre 2000 sono stati fatti prigionieri); i francesi perdono quasi 1000 uomini; gli isolani contano altre vittime, distruzioni, violenze. La guerra è stata una tragedia.
Di tutti i centri, Portoferraio paga il tributo più alto: case distrutte per oltre il 50 per cento; monumenti, chiese, cimiteri danneggiati da ben 53 bombardamenti (devastante quello del 19 marzo 44, giorno di S.Giuseppe) che valgono alla città solo una medaglia di bronzo al valor civile. E si possono dimenticare, infine, i 300 elbani affondati con lo Sgarallino (17 giugno) dal sommergibile inglese Uproar?
Il conflitto non risparmia Capoliveri, Porto Azzurro, le campagne ed i centri del versante orientale, il campese. Ancora qualche dato sullo sbarco delle truppe coloniali a Marina di Campo. Secondo i rapporti ufficiali, almeno 200 donne sono state violentate ma non tutte hanno avuto il coraggio di denunciare gli stupri. Sono stati commesse atrocità pure nei confronti di uomini giovani ed anziani, si racconta di ruberie, saccheggi , requisizioni di bestiame.
In proposito, significativo ci pare l'episodio di un giovane che cammina a passi svelti con un sacco di pane sulle spalle. L'ha comprato in un forno di contadini nella campagna di Portoferraio. Incrocia una pattuglia francese: "sono un civile", spiega con le mani alzate. L'ufficiale gli intima di buttarsi nel fosso perché "si vient la police..." e mima il taglio della gola mentre riprende la marcia.
La battaglia dell'Elba (così l'hanno chiamata) dura tre giorni ma sono terribili e c'è ancora chi può raccontarli. Brassard si poteva evitare? Pierre Coti, corso, l'abbiamo conosciuto per caso. E' tornato in gita per la prima volta da quel lontano giugno. Ha fatto parte del commando contro la batteria dell'Enfola. Scuote la testa: di certo è servita al morale dei francesi dopo le batoste subite ad opera dei tedeschi in Corsica. Al momento dell'Operazione Brassard, la Germania aveva ormai perso la guerra.
Un doveroso accenno, a questo punto, riguardo agli amministratori pubblici. A Portoferraio, fino al 25 luglio del 43 in Municipio comanda il Podestà, Epaminonda Pasella. Alla fine del conflitto troviamo in veste di Commissario Prefettizio Jacopo Broccardi; quindi Alfredo Foresi , dall'aprile al giugno 44 (occupazione tedesca) è commissario straordinario. Ed arriviamo alla Liberazione. Nel frattempo, è cresciuto il ruolo del CLN.
Del Comitato di Liberazione cittadino fanno parte, tra gli altri, Gino Agarini, Aldo Ancillotti, Amos Arguti, Amedeo Bigio, Gino Calafuri, Giocondo Ghelardi, Angelo Lazzeri, Francesco Lungonelli, Vito Marinari, Astarotte Mataresi, Esilio e Silverio Mercatini, Italiano Montini, Giovanni e Rodolfo Pagnini, Carlo ed Enrico Polastri, Alfonso Preziosi, Virgilio Provenzali, Giovanni Sassi, Silvano Scali e Mario Tondi. Da citare infine, come membro del CLN clandestino, il padre francescano don Pietro Rossetti.
Il Governo Militare Alleato dalla sede di Villa Fantozzi dà il suo benestare alla Giunta guidata da Mario Colivicchi e composta da Michele Martini e Ilvo Pagnini (Alimentazione); Pilade Becucci e Adelmo Rubini (Lavoro); Frediano Frediani (Lavori Pubblici); Giovanni Maestrini e Mario Marchetti (agricoltura); Alberto Damiani, Egisto Vezzosi, Michele Villani (Finanze); don Pietro Rossetti (Assistenza); Giovanni Buffetti, Antonio Polastri (Comunicazioni e Trasporti), Giacomo Damiani (Istruzione), Alessandro Bellini (Igiene e Sanità). Dopo Colivicchi, alla guida del Comune vengono chiamati Alessandro Bellini e Alberto Reiter.
I problemi, come detto, sembrano insormontabili, dalla disoccupazione fino a quello della casa. I cittadini, proclama la nuova Giunta il 5 agosto del 44, possono ora gioire della libertà "un bene caro e prezioso, del quale fummo privati da 25 anni ad oggi" ma con quali speranze per il futuro? Lo stabilimento dell'Ilva dava occupazione a quasi 2000 persone, ed è chiuso. La città è un cumulo di macerie, la gente è senza casa, molte famiglie abitano in "tuguri, stalle, porcili, baracche, rifugi di fortuna"
Anche per quanto gli altri Comuni dell' isola, alla guida troviamo uomini indicati dal Comitato di Liberazione Nazionale. A Rio Marina: Antonio Carletti, Guido Muti, Spirito Guidetti (commissario prefettizio); a Rio nell'Elba: Luigi Cignoni e Vincenzo Specos; a Porto Azzurro: Giulio Rabajoli e Alberto Andreani (commissario prefettizio); a Capoliveri: Maris Baldini e Mario Figaia; Marciana Marina: Gian Maria Sardi; Marciana: Garibaldo Lupi; Campo nell'Elba: Giovan Battista Galli e Ernesto Somigli.
Dovunque, riprende forte l'attività politica e nel 46 anche a Portoferraio si va a votare per l'assemblea costituente (sostituirà la Consulta), referendum Repubblica-Monarchia, e per il Consiglio Comunale. L'esito delle amministrative è annunciato dal balcone del Municipio: ha vinto la coalizione "Unità del Popolo" (Pci, Psi, Partito d'Azione, Indipendenti di sinistra) contro Dc, Pli e Indipendenti. Frediano Frediani, socialista è il primo sindaco uscito da libere elezioni.
La Giunta, nominata il 4 aprile, oltre a Frediani comprende Menotti Barbetti (vice); Antonio Martini, Pilade Becucci, Alberto Taddei Castelli (come assessori effettivi), Mario Caprilli e Mario Montauti saranno assessori supplenti.
Questi i consiglieri di maggioranza: Salvatore Ageno (Psi); Menotti Barbetti (Pci); Pilade Becucci (Psi); Gino Calafuri (Pci); Mario Caprilli (Pci); Francesco Carletti (P.d'Azione); Nelly Claris Appiani (Ind. di sinistra); Filiberto Corsi (Pci); Frediano Frediani (Psi); Giocondo Galardi (Pri); Santi Giaconi (Ind.); Gherardo Marcheschi (Psi); Primo Martelli (Pri); Antonio Martini (Pci); Carlo Pagnini (Psi); Virginio Provenzali (Psi); Alberto Taddeo Castelli (Ind.); Oreste Tesei (Psi); Mario Montauti (Pri); Elbano Rosi (Pci). Per la minoranza: Mario Bartolini, Giovanni Bastreri, Agamennone Boldrini, Mario Dini, Giovanni Marinari, Odoardo Olivari, Alfonso Preziosi, Giacomo Razzetto, Antonio Rebua.
Mario Cascini (commissario Prefettizio dal 2.6. 48 al 16 .6. 51), Elbano Benassi (17.6.51-16.4.53), Sauro Giusti (17.4.53-17.6.56), Primo Lucchesi (18.6.56-11.1.61) furono, a Portoferraio, gli altri sindaci del successivo periodo, anch'esso duro e sofferto.
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