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Elba Oggi Settimanale di attualità e cultura dell'Isola d'Elba
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Registrazione Tribunale di Livorno n° 682 del 26 Febbraio 2001
Direttore Responsabile: Francesco Oriolo
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Carrette del mare: per il Wwf pochi passi avanti
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"Le disposizioni al Comando Generale delle Capitanerie di Porto per dare priorità alle visite ispettive sugli standard di sicurezza delle navi che trasportano sostanze pericolose sono già in atto da almeno due anni (direttive Bordon 3 ottobre 2000 e 16 ottobre 2000 e successiva ordinanza Matteoli del 2002)".
Lo ricorda il Wwf, deluso dall'esito della riunione dei Ministri dei Trasporti tenutasi nei giorni scorsi a Bruxelles.
"Sono passate più di 3 settimane - commenta l'associazione del Panda - dal naufragio nel mare della Galizia della nave Prestige, ma le regole sul trasporto marittimo di sostanze pericolose sono rimaste più o meno le stesse. Grazie alla Lista Nera pubblicata dalla Commissione Europea sappiamo quali sono le navi meno sicure per trasportare carichi pericolosi come petrolio e altre sostanze tossiche, ma non abbiamo gli strumenti nè per fermarle nè per obbligare i responsabili a pagare i danni ambientali, sociali ed economici".
Secondo il Wwf dunque c'è bisogno di una stretta finale ma purtroppo la riunione dei Ministri dei Trasporti a Bruxelles non avrebbe, in concreto, prodotto i risultati sperati. Il Wwf per altro ha più volte avanzato una serie di richieste alla Commissaria ai Trasporti della Comunità europea Loyola de Palacio, azioni che dovrebbero essere portate avanti subito, senza aspettare il prossimo incidente.
"Speriamo - aggiunge il Wwf - che al Summit dei Capi di Stato e di Governo europei del 13-14 dicembre prossimo, a Copenhagen, si possa finalmente mettere nero su bianco perchè le regole vanno cambiate al livello europeo stabilendo criteri uniformi validi per tutte "le bandiere".
Queste le "regole d'oro" del Wwf per il trasporto sicuro:
Messa al bando delle carrette del mare Dismissione entro il 31/12/2003 delle navi pre-Marpol, cioé costruite prima del 1982, secondo quanto stabilito dalla Convenzione internazionale per la prevenzione dell'inquinamento marino che stabilisce però un termine al 31/12/2005
Chi inquina deve pagare Responsabilità estesa per tutti i soggetti coinvolti nel trasporto di sostanze pericolose via mare (dall'armatore, al trasportatore, al noleggiatore). Piena applicazione del principio "chi inquina paga", superando l'emendamento del 1992 alla Convenzione Iopcf (Fondo internazionale di compensazione per l'inquinamento da idrocarburi), che cancella il risarcimento del danno ambientale, riconoscendo il rimborso solo e esclusivamente delle "misure tecnicamente ragionevoli di ripristino"
Stop al lavaggio delle cisterne in mare Intraprendere iniziative valide per tutto il Bacino del Mediterraneo per la piena applicazione dello status di Area Speciale ai sensi dell'Annesso I della Marpol che prevede il divieto degli "inquinamenti operazionali" (lavaggio delle cisterne e scarico delle acque di zavorra) e per l'efficace repressione degli inquinamenti volontari
Basta con gli equipaggi babele e privi di competenze professionali Intervenire sempre di più sulla formazione degli equipaggi e dei comandanti. Si chiedono controlli continui sulla composizione e sui profili professionali degli equipaggi delle navi che trasportano sostanze pericolose
Basta con le navi insicure Vengono istituiti, anche ai sensi della Direttiva della Comunità Europea 59/2002, controlli severi e stringenti sulle cosiddette navi sub-standard e il blocco di quelle che non forniscono adeguati standard di sicurezza
Stop al rischio tempesta La Port Authority (Capitaneria di porto, per l'Italia) deve impedire o comunque scoraggiare, anche ai sensi della Direttiva della Comunità Europea 59/2002, che le navi che trasportano sostanze pericolose salpino in condizioni meteomarine particolarmente avverse
Anche il bunker uccide il mare Si chiede l'immediata ratifica della Convenzione del 2011 Bunker Oil sulla "Convenzione internazionale sulla responsabilità civile per danni dovuti a inquinamento da idrocarburi usati per la propulsione della nave"
Stop al traffico nelle Bocche di Bonifacio Si chiede un impegno dell'Italia in ambito europeo e internazionale per giungere all'eliminazione del traffico di sostanze pericolose attraverso le Bocche di Bonifacio
Il petrolio non è solo un problema di trasporti ma soprattutto ambientale Si chiede che il trattamento delle problematiche relative al trasporto marittimo di sostanze pericolose venga svolto in ambito Ue congiuntamente dai Commissari all'Ambiente e da quello ai Trasporti facendo chiarezza sui ruoli e sulle competenze dei Ministeri del nostro paese nei rapporti internazionali e sovranazionali, prevedendo anche la tempestiva comunicazione alle Autorità ambientali di situazioni di crisi o di pericolo.
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