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Elba Oggi Settimanale di attualità e cultura dell'Isola d'Elba
Direzione, Redazione e Amministrazione: info@elbaoggi.it
Registrazione Tribunale di Livorno n° 682 del 26 Febbraio 2001
Direttore Responsabile: Francesco Oriolo
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La Faita: basta gettar fango sull'Elba!
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Mentre la quasi totalità delle strutture ricettive, curate ben presto le ferite, si sta avviando con crescente preoccupazione alla fine della stagione (calo di presenze, per le partenze anticipate e i mancati arrivi, notevole e danno, per ogni azienda, di svariate centinaia di milioni di lire con molte strutture costrette a licenziare con anticipo i propri dipendenti) continua, a tamburo battente, il bombardamento sull'immagine dell'Elba.
Locandine che proclamano "alberghi alluvionati e campeggi spazzati via" (ma se fossero stati davvero spazzati via come avrebbero potuto riaprire dopo nemmeno un paio di giorni?), lettori che esultano per il "Gavettone Divino" ("Sinceramente, io ho fatto il tifo per la pioggia...Che bella lavata!")...
Ed inoltre... sinceri apprezzamenti di "continentali" per gli elbani ("gli abitanti dell'isola, molto spesso, trattano i turisti con sufficienza, alterigia e indolenza; dovrebbero fare dei corsi di preparazione per il contatto con il pubblico e per capire che non possono sfruttare il territorio solo perché gli rende e fregarsene"), titoli a caratteri cubitali che annunciano urbi et orbi che l'Elba affoga nel cemento, articoli in cui si fa riferimento a un campeggio di Lacona che "per la terza volta, in una manciata di anni, è stato quasi raso al suolo" (quale campeggio? Nessun campeggio di Lacona è mai stato raso al suolo, né ora né in passato).
O addirittura si insinuano ipotetiche responsabilità dei campeggi di Marina di Campo nella costruzione di un parcheggio, che invece è stato realizzato dal Comune. Al fango del nubifragio si aggiunge e si sovrappone dunque il fango gettato sull'isola da certi ambientalisti e da certa stampa in cerca di sensazioni forti.
Traspare, in molti casi, un mal celato astio verso chi lavora, rischia e produce ricchezza e posti di lavoro e sembra quasi che si cerchi di far passare l'idea che tutti coloro che sono riusciti, a costo di tanti sacrifici, a realizzare qualcosa, in realtà hanno potuto farlo solo violando la natura o le leggi.
Ci vorranno anni e investimenti promozionali di milioni di euro per riuscire a recuperare un'immagine soddisfacente, oltre al fatto che tutti i clienti (in gran parte stranieri) delle strutture ricettive che hanno subito danni dovranno essere adeguatamente risarciti.
Altrimenti saremo tartassati e messi all'indice anche da parte della stampa tedesca e saranno vani i soldi per la promozione. In realtà sappiamo tutti che, a parte l'eccezionalità dell'evento atmosferico, solo assai raramente il cemento ha qualche responsabilità in ciò che è successo.
Nella stragrande maggioranza dei casi, è stata la mancata pulizia dei fossi pubblici, a monte, che ha generato grossi problemi, o la loro inadeguatezza in caso di piogge come quelle del 4 settembre, oltre all'inciviltà di quei cittadini che usano i fossi stessi, nei boschi, come discarica per gettarvi dentro lavatrici, frigoriferi, fornelli, ecc.
I privati, almeno coloro che gestiscono attività economiche, di solito, stanno bene attenti ad effettuare le pulizie nei tratti di loro competenza (anche perché questo, oltretutto, risponde ad un loro preciso interesse), almeno quando gli enti pubblici glielo consentono. Perché purtroppo l'eccesso di burocrazia e di vincoli e i complicati intrecci di competenze impediscono spesso ai privati, com'è noto, di effettuare la necessaria manutenzione.
Vogliamo sperare che i tragici eventi delle settimane scorse ci servano almeno da insegnamento in proposito. Così come vogliamo sperare che cessi questo ulteriore bombardamento di fango sull'Elba e su intere categorie, proprio ora che sarebbe invece necessario rimboccarsi tutti le maniche e lavorare insieme per la ripresa.
Faita - Gruppo gestori campeggi Elba
Il Presidente
(Alberto Sparnocchia)
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