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Elba Oggi Settimanale di attualità e cultura dell'Isola d'Elba
Direzione, Redazione e Amministrazione: info@elbaoggi.it
Registrazione Tribunale di Livorno n° 682 del 26 Febbraio 2001
Direttore Responsabile: Francesco Oriolo
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La sinistra e il Parco
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Intervento di Elba 2000 su una vecchia questione: il rapoporto tra i partiti della sinistra e quella certa ostilità diffusa verso l'istituzione del Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano che si respirava all'Elba a metà degli anni '90 ----------------
Un intervento di Danilo Alessi, in risposta ad un cacciatore deluso dalla destra sulla questione Parco, chiarisce quelle che, secondo lui, sono state le ragioni della sconfitta della sinistra all' Elba, in particolare a Portoferraio: la sconfitta sarebbe stata provocata dal fatto che gli elettori hanno creduto che l'Elba fosse oggetto di un vero e proprio piano di colonizzazione elaborato dai "palazzi piombinesi, livornesi, fiorentini e romani " che, servendosi di " truppe cammellate" e "ascari locali" e con l'aiuto degli sfaccendati del "parassitario avanzato", pianificavano di mettere le mani sull'Elba e sul suo futuro.
Siamo stati noi di Elba 2000 a diffondere questa teoria della nuova colonizzazione: a noi, quindi, la colpa, ma anche il diritto di difenderci. Intanto è utile che il massimo responsabile dei Ds all'Elba, all'epoca delle manifestazioni antiparco, chiarisca quelle che, a suo avviso, furono le ragioni della sconfitta. Si tratta di un'analisi corretta, ma insufficiente.
Analizza, infatti, solo il rapporto tra i fatti nudi e crudi e le conseguenze che ne sono scaturite: la strumentalizzazione del movimento da parte della destra e il conseguente successo elettorale. Manca però l’analisi delle motivazioni e delle cause che hanno portato a questi fatti. Soprattutto, dobbiamo capire perché la destra ha potuto appropriarsi strumentalmente del movimento.
Noi diamo questa spiegazione: il Pds riteneva che il Parco fosse, per l'Elba, "utile e possibile". E chi non la pensava così era un fascista. Siccome molti suoi militanti e simpatizzanti non la pensavano affatto così, venivano considerati fascisti o vittime di agitatori fascisti. Per loro era una dramma: si vedevano tacciati dal proprio partito di fascismo e per di più erano costretti, per opporsi al Parco, a votare a destra.
Questo avveniva perché la posizione politica del pds da una parte rendeva credibile l'azione "strumentale" antiparco della destra; dall'altra, le facilitava quella che si sarebbe rivelata, poi, una operazione brillante: vincere le elezioni, prendere possesso del Parco, del capoluogo elbano, della Comunità Montana e apprestarsi a gestire decine di miliardi.
E infine (e non è poco) relegare la sinistra in un angolo a leccarsi le ferite. A questo punto una domanda: era possibile, per il pds, per evitare tutto questo, distinguersi dall'ambientalismo ingenuo e astratto e alla moda, assumere una posizione più sfumata per non mettersi contro i propri elettori?
La politica si fa anche con un po’ di sano realismo. Dopotutto, quello che rivendicava la popolazione elbana non intaccava i grandi principi. Anzi, se tralasciamo le parti più folcloristiche, l'opposizione di base era la seguente: voi non avete il diritto di imporci un qualcosa che non vogliamo. Voi non avete il diritto di stabilire come dobbiamo vivere nella terra dove siamo nati e dove dovranno vivere i nostri figli.
In sostanza, si trattava di questo: da una parte 3 persone di un partito (magari colti e intelligenti e in buona fede) che vogliono imporre con la forza a 30.000 un nuovo modo di stare al mondo. Onestamente … ammesso anche che avessero ragione, da che parte stava l'atteggiamento fascista ? Chi dava a loro la sicurezza che il Parco sarebbe stato un successo e non un inutile carrozzone?
Chi dava loro il diritto di imporre, con forza, le loro scelte ad un intera popolazione, in un paese dove neanche le cure ad un malato grave possono essere imposte senza il consenso informato? Dopo quello che è successo all'Elba, si cerca sempre il consenso delle popolazioni locali prima di istituire altre aree protette Comunque, questi errori, in democrazia, si pagano.
Purtroppo, si continua nell'errore se si addossa alla ingenuità e alla dabbenaggine degli elettori la responsabilità della sconfitta. E lo si fa proprio adesso che il fallimento del Parco è sotto gli occhi di tutti. Ed è chiaro a tutti che il bene che si voleva imporre era in realtà un male. Così, almeno, si è rivelato. Il fallimento, infatti, è totale: uno sperpero impressionante di denaro pubblico (80 miliardi) senza alcuna traccia sul territorio; un disastro assoluto, ammesso ormai da tutti: ambientalisti, professori universitari, deputati, amministratori e stampa locale.
Di questo clamoroso errore bisogna tenere conto se si vuole fare un'analisi onesta. Adesso che la frittata è fatta qualcuno dei promotori del “Parco utile e possibile" sogna addirittura un impossibile ritorno all'equilibrio che vi era prima della sua istituzione. Altri, presi dal panico, organizzano comitati in difesa dell'Arcipelago. Legambiente lancia un s.o.s. per salvarlo. Il settimanale l'Isola organizza un comitato in difesa dell'ambiente, con il proposito di rivolgersi a Berlusconi e al Presidente della Repubblica, coinvolgendo tutti..
Per quanto riguarda la sinistra, non le rimane che riallacciarsi alla propria tradizione, che è quella di prendere abbagli e fare oneste autocritiche. Poi, se mette da parte l'arroganza, che possiamo considerare come residuo fisso di ideologie che non si riesce a smaltire, allora sarà possibile per questa forza politica di grandi tradizioni presentarsi alle prossime elezioni e giocare un ruolo importante.
Elba 2000 - Movimento in difesa dei diritti elbani
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