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Settimanale di attualitą e cultura dell'Isola d'Elba
Direzione, Redazione e Amministrazione: info@elbaoggi.it
Registrazione Tribunale di Livorno n° 682 del 26 Febbraio 2001
Direttore Responsabile: Francesco Oriolo
> notizia del 13/06/2002
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news n. 0857
L'acqua... dei desideri
Che in questi giorni siano i gestori di campeggi, cioè dei privati, e non la Comunità Montana, o il Parco, o i Comuni elbani, ad affrontare pubblicamente il problema della carenza d'acqua all'Elba, la dice lunga sul perché siamo ridotti a questo punto.
Mentre all'acqua del centro storico di Portoferraio, dopo quello da alluminio, si aggiunge l'inquinamento chimico da cloruri e si parla di razionamenti, alcuni giorni fa uno speleologo con tanto di canoa e luce sul casco si è immerso nel sottosuolo della città dal tombino tra la Posta e Piazza della Repubblica: speriamo mandato da qualcuno degli Enti Pubblici di cui sopra.
I soldi ci sono: quelli delle bettoline (a proposito, qualcuno controlla la quantità d' acqua effettivamente consegnata?) o quelli per la costruzione (fortunatamente abortita) di invasi in aree franose. 180 miliardi di vecchie lire di fondi regionali destinati al problema acqua isola d'Elba: ciò che manca sono le idee, le teste pensanti, un metodo di governo.
Riusciranno i circa 200 fra pubblici amministratori e consiglieri dei vari Enti elbani a prendere la decisione di fermare le bocce, smetterla con l'improvvisazione, monitorare il territorio* e decidere così qualcosa di risolutivo in maniera condivisa con Provincia, Regione e cittadini?
Nessuno pretende o pensa che il problema si risolva domani: ciò che è inaccettabile è il non sapere, il non vedere mai un progetto, anche decennale, che però ci porti un po' per volta ma con certezza fuori dal tunnel. Non basta far la voce grossa con la Val di Cornia per avere un po' di litri al secondo in più. Chi è causa del suo mal....
Verdi dell'Elba
* ovvero... eliminare gli sprechi, attuare una politica tariffaria adeguata, individuare e censire i pozzi chiusi da riaprire, salvaguardare le falde censite minuziosamente nel Piano del Parco appena predisposto, valorizzare le cisterne che dissetavano gli antichi, pensare se si può, casomai, depurare e riciclare quello che buttiamo in mare con le condotte.
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