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Registrazione Tribunale di Livorno n° 682 del 26 Febbraio 2001
Direttore Responsabile: Francesco Oriolo
> notizia del 18/09/2004
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news n. 2707
Cinghiali: no del Tar alla loro caccia nei Parchi
Cinghiali: no del Tar alla loro caccia nei Parchi
Stop alla caccia al cinghiale dentro il Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano. A decidere in questo senso è stato il Tribunale amministrativo della Toscana che ha accolto il ricorso di Legambiente e del Wwf contro lo stesso Parco e il consorzio creato dall'Atc 10 per la caccia al cinghiale. Ricordiamo che il proliferare dei cinghiali è un grave problema per l'Elba, ed il Parco aveva pensato di risolverlo appoggiandosi ai cacciatori che organizzavano per l'Ente le così dette braccate...
Gli abbattimenti di cinghiali che il Parco Nazionale Arcipelago Toscano ha organizzato negli anni scorsi all'Isola d'Elba, in collaborazione con i cacciatori, sono illegittimi.
Questo il significato della sentenza resa nota di recente dal Tar della Toscana a seguito del ricorso proposto da Legambiente e Wwf contro Ente Parco e Consorzio "D" Caccia al cinghiale dell'Ambito territoriale di caccia (Atc) 10 della provincia di Livorno.
Si tratta di una sentenza storica nell'ambito della gestione faunistica nei parchi nazionali, soprattutto per quanto riguarda il cinghiale, specie che in numerose aree protette causa conflitti sociali, danni agli ecosistemi e alle colture agricole.
Il Tribunale amministrativo fiorentino ha infatti annullato i provvedimenti con i quali il commissario straordinario dell'Ente Parco ha (fin dalla nomina del settembre 2002) autorizzato oltre 350 cacciatori ad effettuare, senza alcuna prescrizione, abbattimenti mediante la tecnica della "braccata" (squadre di cacciatori con mute di cani che inseguono i cinghiali).
In particolare il Tar stabilisce il principio che soltanto il Regolamento del Parco (di cui la maggior parte dei parchi nazionali italini non si è ancora dotata) può eventualmente derogare al generale divieto di caccia nei parchi. Inoltre, viene ritenuto illecito il ricorso ad ordinanze "contingibili ed urgenti" per tali fattispecie, in considerazione del fatto che l'emergenza cinghiali all'isola d'Elba è stata oggetto di numerosi provvedimenti dell'Ente Parco il quale, tra l'altro, fin dal 2001 ha deliberato l'eradicazione della specie dall'isola non attivando però le azioni conseguenti.
Infine, i giudici hanno ritenuto erronea l'interpretazione estensiva data dal Parco alle note ministeriali che non hanno mai autorizzato la tecnica della braccata. Dunque si tratta di una importante vittoria per gli ambientalisti che hanno dimostrato la palese violazione da parte del Parco della legge 394/91.
Non potrà quindi più essere tollerato l'utilizzo della tecnica della "braccata", specialmente nei casi in cui, come all'isola d'Elba, si sospendono i prelievi con le sole tecniche ritenute compatibili (infatti non sono state attivate le oltre 50 trappole già posizionale sul territorio) per giustificare una programmazione ordinaria di braccate, trasformando così il Parco in una sorta di riserva per la caccia al cinghiale.
la richiesta che adesso viene da Legambiente è che "i prelievi faunistici nelle aree protette vengano realizzati in base ad approfonditi studi scientifici che prevedano un serio ed effettivo monitoraggio della popolazione di cinghiale in cui saranno definite eventuali quote di prelievo. Tali prelievi - aggiungono glui ambientalisti - dovranno essere realizzati mediante tecniche, quali il trappolamento e gli abbattimenti selettivi all'aspetto e alla cerca, vale a dire le uniche pratiche che si sono dimostrate efficaci e di scarso disturbo per la restante fauna".
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