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Settimanale di attualitą e cultura dell'Isola d'Elba
Direzione, Redazione e Amministrazione: info@elbaoggi.it
Registrazione Tribunale di Livorno n° 682 del 26 Febbraio 2001
Direttore Responsabile: Francesco Oriolo
> notizia del 13/03/2004
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news n. 2347
Le piogge e l'incuria
Giorni di forti piogge ovunque in Italia quelli che hanno caratterizzato la prima metà di marzo, e l'Elba non ha fatto eccezione. In alcuni momenti sull'isola si è anche temuto il peggio, soprattutto, come al solito, nel campese. Nessun danno grave però per fortuna. Legambiente tuttavia non manca di controllare e denunciare problemi e mancanze, come la scarsa manutenzione che viene fatta su opere antiche ma utili quali le briglie idrauliche
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Dopo le grandi alluvioni dei primi anni del secolo passato, diverse valli elbane, soprattutto nel marcianese, furono dotate di grandi e piccole briglie, basse "dighe" che hanno svolto una efficace opera di mitigamento della forza dell'acqua che scende a valle da fossi ripidi e veloci. Opere che all'epoca resero necessario un grande impegno finanziario ed un duro lavoro che segnò profondamente il territorio.
Subito dopo il nubifragio del 4 settembre 2002 queste opere ritornarono alla memoria di molti e qualche amministratore (per negare anche l'evidenza della cementificazione delle pianure) disse che l'alluvione era partita dal monte, proprio a causa dell'abbandono del territorio. Ebbene, ad un anno e mezzo dal nubifragio del 4 settembre quella lezione sembra già dimenticata e nessuno ha nemmeno tentato di recuperare e ripristinare le vecchie ed ancora utilissime briglie.
La foto che pubblichiamo sopra è stata scattata il 7 marzo 2004, durante una giornata che faceva seguito ad una notte di pioggia intensa ma non eccezionale, e mostra una delle briglie più belle e grandi, a Feno, sopra la strada del Lavacchio nel Comune di Marciana. Ma la situazione delle altre strutture simili non è migliore, anzi in alcuni casi l'abbandono ed il dissesto hanno raggiunto livelli molto peggiori
Come si vede la briglia, ormai completamente ostruita, non trattiene più l'acqua che la attraversa e la salta con una cascata, lo stesso succede per le altre opere di difesa idraulica che imbrigliavano i fossi che dal massiccio del Capanne verso il mare. Le briglie sono ormai state riempite dai detriti portati dai fossi e occupati dalla vegetazione, così il loro originario compito di trattenimento dell'acqua e smorzamento della sua forza è ormai impossibile.
Eppure queste opere ormai vecchie sarebbero ancora utilissime, tanto che strutture simili sono state fatte più a valle dopo il 4 settembre. Allora perché sulle le antiche briglie non è stata fatta alcune manutenzione in tutti questi anni, perché non si provvede ad un loro completo ripristino e, dove necessario, ad un consolidamento? Si aspetta forse una nuova alluvione?
Legambiente Arcipelago Toscano
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