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Elba Oggi
Settimanale di attualitą e cultura dell'Isola d'Elba
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Registrazione Tribunale di Livorno n° 682 del 26 Febbraio 2001
Direttore Responsabile: Francesco Oriolo |
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Check up sulle acque toscane
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In base al monitoraggio effettuato dall'Arpat la Regione Toscana ha scattato una dettagliata istantanea sullo stato di salute dell'acqua nella nostra regione. Buoni risultati per le acque marine costiere, meno per le acque interne e quelle sotterranee. E' la prima volta che si fa una classificazione complessiva di tutte le acque toscane
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Le acque marine della Toscana godono di ottima salute. Meno favorevole la situazione di fiumi, laghi e acque sotterranee. Il referto lo emette il Piano di tutela delle acque della regione, il corposo documento in sette volumi, elaborato dalla Direzione generale delle politiche territoriali e ambientali che la Toscana ha stilato, prima regione in Italia insieme ad Emilia Romagna e Val d'Aosta.
Dopo l'adozione, il Piano verrà ora sottoposto alla verifica delle Autorità di bacino, delle Province, delle Autorità di ambito ottimale, dei Comuni, dei Gestori dei servizi idrici ed alla consultazione con le associazioni ambientaliste, di categoria e sindacali.
Il Piano, che è strutturato per singoli bacini idrografici, abbina alla fotografia della situazione attuale dello stato di qualità delle acque, la definizione degli obiettivi di qualità ambientale e l'individuazione di interventi e misure necessari a raggiungerli. Per la loro attuazione sono previsti finanziamenti complessivi per oltre 3 miliardi di euro nell'arco di oltre 10 anni.
"Il piano di tutela delle acque - ha commentato l'assessore regionale all'ambiente Tommaso Franci - è uno strumento fondamentale di lavoro nel settore delle acque per i prossimi anni e completa la programmazione ambientale di tutela delle acque. Partendo dalla radiografia della situazione attuale, questo piano pone gli obiettivi da raggiungere, indicando sia i percorsi per arrivarci che le risorse economiche e gli indirizzi su cui sviluppare le normative".
"Si è passati - ha aggiunto - dalla legge Merli, cioè dal controllo e dalla regolazione della fonte di inquinamento, alla salvaguardia della qualità ambientale del corpo idrico superficiale e sotterraneo, a valle delle fonti inquinanti, tenendo conto delle caratteristiche sia chimiche e biologiche che quantitative delle acque. Dove tali parametri, sia qualitativi che quantitativi, non sono rispettati il piano stabilisce le azioni da intraprendere per ottenerli. E ciò avviene a scala di bacino, assunto come nuovo importante ambito di pianificazione, programmazione e governo del sistema".
Il giudizio sullo stato di salute delle acque toscane si basa sul monitoraggio effettuato dall'Arpat su 150 punti relativi alle acque superficiali interne (fiumi e laghi), 45 riguardanti le acque marine e 51 le acque sotterranee, ciascuno di essi con più punti di campionamento.
La pagella migliore se la aggiudicano le acque marine costiere: sui 45 punti di rilevamento 29 sono risultati di elevata qualità e 12 di livello qualitativo buono. 4 punti di rilevamento, sono invece di qualità mediocre, ma già ad oggi conformi all' obiettivo di qualità previsto per il 2008. Per le acque marine si profila dunque la necessità di interventi solo in specifici punti, in particolare in corrispondenza delle foci dei fiumi maggiori. Nei rimanenti punti sono richiesti interventi di mantenimento.
Il quadro cambia per le acque superficiali interne, cioè fiumi e laghi. Qui 3 punti di rilevamento, pari al 2 per cento, su 150, fanno registrare una qualità elevata, mentre un livello qualitativo buono è raggiunto in 61 monitoraggi, che corrispondono al 41 per cento del totale. Altri 50 punti vengono etichettati come sufficienti (33 per cento).
Nel complesso 114 punti, il 76 per cento del totale, è già conforme ad oggi agli obiettivi da raggiungere per il 2008, e di questi 64 (43 per cento) rispettano già i limiti previsti per il 2016. Le criticità riguardano invece 24 punti (16 per cento) che si collocano nella categoria scadente e 12 punti di rilevamento, pari all'8 per cento, assegnati alla fascia "pessima". In tutto un 24 per cento di criticità che è concentrato in massima parte nel bacino dell'Arno.
Per le acque sotterranee infine il 43 per cento (22 zone) risulta buono, e il 4 per cento sufficiente, ma il 29 per cento è classificato come scadente. Per un 24 per cento dei punti la classificazione è di stato di qualità "particolare", che viene attribuito alle acque sotterranee quando queste assumono per motivi naturali, e non per inquinamento, caratteristiche chimico fisiche analoghe a quelle indotte da azioni antropiche. |
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