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Direzione, Redazione e Amministrazione: info@elbaoggi.it
Registrazione Tribunale di Livorno n° 682 del 26 Febbraio 2001
Direttore Responsabile: Francesco Oriolo
> notizia del 25/10/2003
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news n. 2040
Torna la Protezione civile a Porto Azzurro
E' la Pubblica assistenza Porto Azzurro a ricostituire il settore della protezione civile, settore con il quale per altro, negli anni ottanta, questa associazione di volontaroiato era nata. Adesso la Pubblica assistenza ripropone questo importante servzio, anche se le difficoltà (economiche) ci sono e spesso hanno origine nella poca sensibilità degli enti locali
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Si è svolta nei giorni scorsi, a Porto Azzurro, presso la sede della locale Pubblica Assistenza la prima riunione informativa per la ricostituzione del settore della Protezione civile portoazzurrina. Alla riunione hanno partecipato volontari e nuovi sostenitori ai quali il presidente Giovanni Aragona ha illustrato la legislazione italiana del settore.
Fondata nel 1985, proprio come associazione di volontariato di Protezione Civile, la Pubblica assistenza di Porto Azzurro ha ricevuto negli anni 80 il riconoscimento e l'iscrizione diretta, al Ministero della Protezione civile, come organizzazione di intervento.
"Purtroppo, - ha commentato Aragona - pur avendo i comuni una legge che obbliga ad avere una propria squadra di intervento di Protezione civile, vedo molte amministrazioni che sottovalutano questo impegno obbligatorio che spesso viene alla ribalta solo in caso di incendi o gravi calamità naturali".
"Il settore Protezione civile della Pubblica assistenza Porto Azzurro - ha aggiunto - insisterà affinché i Comuni adottino i piani di Protezione civile con le loro dovute responsabilità di legge. Quindi gruppi comunali di Protezione Civile organizzati come quello di Campo nell'Elba, composti, coordinati e finanziati dal Comune e dai piani regionali".
"Oppure per i comuni che non possono permettersi il finanziamento totale del settore, l'affidamento alle associazioni di volontariato di Protezione Civile, che però non deve essere una via sbrigativa, a basso costo e senza alcuna responsabilità. Le associazioni di volontariato infatti possono impegnarsi nel settore di Protezione Civile solo se sufficientemente organizzate (e quindi avere abbigliamento, calzature, sistemi protettivi il cui costo si aggira sulle 600 euro a volontario".
"A questo vanno aggiunte - conclude Aragona - le spese di visite mediche annuali, corsi di formazione per i volontari ed esercitazioni varie. L'acquisto e la manutenzione di un mezzo fuoristrada equipaggiato per il primo intervento antincendio, già previsto dalla nostra associazione, fa capire quanto può costare questo settore, un aspetto del quale le autorità preposte (sindaci, Comunità montana, Ente Parco ecc.) devono tenerne conto in fase di eventuali richieste di collaborazione".
Un impegno personale e finanziario notevole dunque per tutte le associazioni di volontariato che spesso si autofinanziano o ricevono contributi che non garantiscono neppure le spese di attività primaria.
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