Nell'ambito delle manifestazioni napoleoniche previste dall'accordo siglato a Portoferraio tra le province di Livorno, Lucca, Pisa e Massa Carrara, la Regione Toscana e la Soprintendenza di Pisa, prosegue a Portoferraio, presso il Museo nazionale di Villa San Martino e con grande successo di pubblico, la mostra personale di Ivan Theimer, dal titolo: La gioia di un grande disegno, memoria dei percorsi napoleonici.
In una cornice già di per sé suggestiva e malinconicamente evocativa di un grande impero al tramonto, quale è quella che doveva essere una residenza di Napoleone esiliato, le opere di Ivan Theimer parlano, al contrario, della immortalità del passato, della storia, dei miti e dei sogni, alla fine veri propulsori delle civiltà.
Con oli, acquarelli e sculture (in verità bozzetti, non meno affascinanti, di grandi opere ospitate in numerose piazze europee), Theimer affonda il suo linguaggio nelle radici dei miti dell'antico Mediterraneo, da quelli neolitici della grande madre (il serpente) e delle cosmogonie primigenie (la tartaruga, un grosso esemplare bronzeo della quale accoglie i visitatori all'ingresso della mostra), a quelli dei lembi mediterranei occidentali (il giardino delle Esperidi) ed orientali (il Caucaso), alla foresta di splendidi obelischi di suggestione egiziana, ai busti di giovani fanciulli con fantasiosi copricapo.
Che Napoleone Bonaparte non facesse mistero della sua passione ed ispirazione per i miti classici è cosa assai nota. In Ivan Theimer questa sorta di "coscienza del passato" si fa tangibile, crea volumi, produce emozioni, come per qualcosa di molto lontano ma che, in modo diverso, appartiene a tutti, agli imperatori e ai costruttori di obelischi e piramidi. Tra Napoleone e Theimer vi sono dunque affinità e fili diretti.
L'autore, peraltro, è nato nei pressi di Austerlitz, luogo di battaglia e della più grande vittoria di Napoleone. E luogo, la storia dice, dell'inizio della fine dell'imperatore.
A Thiemer, erede lontano di testimonianze oculari e orali di quella memorabile giornata, lo Stato francese, ha commissionato grandi opere esposte nel cuore di Parigi, tra le altre tre obelischi per il palazzo dell'Eliseo e il Monumento per la dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino, del 1989, collocato presso gli Champs-de-Mars. Anche Napoleone, dall'Elba e assieme all'amata sorella Elisa, commissionò un proprio obelisco, in materiale estratto dall'isola.
"E' per questo significativo - dice Roberta Martinelli, direttrice delle residenze napoleoniche dell'Elba - che Portoferraio abbia immediatamente colto l'opportunità di inserirsi nel percorso napoleonico più vasto che, fino al 2005, prevede in Toscana una ventina di iniziative tra tavole rotonde, convegni, esposizioni di artisti contemporanei, tutte legate dal filo di quel preciso, importante, momento storico nella nostra Regione".
Alla esposizione portoferraiese hanno dato un contributo fondamentale il vescovo, Monsignor Giovanni Cantucci, la Soprintendenza per i beni architettonici e, naturalmente, la locale Apt. La mostra, che chiude il 28 settembre prossimo, osserva i seguenti orari: da martedì a sabato ore 9-20; festivi ore 9-14; chiuso il lunedì. Il biglietto d'ingresso è comprensivo della visita a Villa San Martino ed al suo parco. Marina Bergamin |