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Settimanale di attualitą e cultura dell'Isola d'Elba
Direzione, Redazione e Amministrazione: info@elbaoggi.it
Registrazione Tribunale di Livorno n° 682 del 26 Febbraio 2001
Direttore Responsabile: Francesco Oriolo
> notizia del 28/02/2003
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news n. 1413
Inerti, una emergenza che attende risposte
Legambiente prende spunto da alcuni recenti episodi per chiedere che finalmente si risolva una volte per tutta il problema della mancanza all'Elba di un luogo dove smaltire i rifiuti inerti provenienti dall'edilizia
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Il Sequestro operato dal Corpo Forestale dello Stato che ha rinvenuto in località San Giovanni, a Portoferraio, diverse centinaia di metri cubi di inerti provenienti da demolizioni illegalmente conferiti nell'area, ha portato alla luce un fatto di estrema gravità.
L'ampia spianata che fronteggia il mare era stata destinata, in regime di emergenza a raccogliere le sabbie, il pietrame ed altro materiale proveniente dal ripristino degli alvei dei fossi elbani dopo l'alluvione che aveva colpito l'Elba il 4 Settembre 2002. Per questo la zona era stata opportunamente munita di avvisi e recintata dal Comune di Portoferraio.
In attesa dei riscontri giudiziari, sembra ora evidente che qualcuno ha approfittato della situazione per scaricare rifiuti che non possono provenire certo da una modesta ristrutturazione edile (visto la loro entità) e che hanno comportato un buon numero di operazioni di scarico che non comprendiamo come possano essere sfuggite a chi doveva effettuare il controllo sulla qualità del materiale conferito.
E restando a Portoferraio e sul fronte delle discariche abusive di inerti, nessuno si è accorto neanche del conferimento di più di mille metri cubi di macerie illegalmente stoccati nel capannone Ex-Atl (ed Ex-Ilva) che si affaccia sulla centralissima Via Carducci.
Le due vicende ci pongono vari spunti di riflessione a partire dall'urgenza estrema di risolvere il problema dello smaltimento e del trattamento in loco degli inerti. Gli artigiani e le ditte che operano all'Elba nel campo dell'edilizia pongono sempre con più forza il problema e non sono più tollerabili altri ritardi delle amministrazioni competenti (Provincia e Comuni),ì poiché gli alti costi e le difficoltà del conferimento in continente, sono una oggettiva spinta verso l'illegalità.
Altro ragionamento merita il capannone in cui si era organizzata una discarica cittadina. L'edificio a nostro avviso è da considerare un reperto di Archeologia Industriale (tra l'altro architettonicamente pregevole). Si tratta cioè di una delle rarissime residue testimonianze del passato industriale di Portoferraio e della sua cultura.
Per questo non abbiamo condiviso gli intendimenti della passata amministrazione di centro sinistra ,né ugualmente di quella attuale di segno opposto, sulla destinazione dell'area, interventi che prevedono comunque lo smantellamento del capannone. Troviamo anche strano che la Soprintendenza ai beni culturali non abbia sentito fino ad oggi l'esigenza di vincolare questo edificio unico e prezioso nel quale si legge la storia architettonica, economica, sociale di un territorio.
In ultimo chiediamo a tutte le Forze dell'Odine ed in particolare ai corpi di polizia municipale dell'Elba di svolgere una più incisiva azione di vigilanza sui trasporti di materiale inerte in modo da prevenire la formazione di nuove discariche abusive.
Legambiente Arcipelago Toscano
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