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Direzione, Redazione e Amministrazione: info@elbaoggi.it
Registrazione Tribunale di Livorno n° 682 del 26 Febbraio 2001
Direttore Responsabile: Francesco Oriolo
> notizia del 20/09/2002
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news n. 1033
Caccia, sempre peggio per il Wwf
Il Parlamento approva una legge indecente che nega sia i principi giuridici che scientifici e paga un debito elettorale alla parte più oltranzista del mondo venatorio. Governo e maggioranza hanno rifiutato anche la mediazione di buon senso che in extremis ambientalisti e cacciatori, nella propria massima rappresentanza istituzionale Unavi, avevano raggiunto.
Dopo aver smantellato la legge 157, averla violata sia sul calendario venatorio sia sulle specie cacciabili, averla resa impraticabile in numerose regioni, ora si procede allo smantellamento del principio stesso della riforma che sta nel concetto indisponibile dello Stato legato alla fauna selvatica.
Con deroghe così ampie il Wwf è già pronto a ricorrere in sede comunitaria per le numerose violazioni alle Direttive che questa legge consentirà. Aver ritirato la delega al Governo per regolamentare l'attività venatoria nei parchi, cosa certamente importante e significativa, non basta a compensare il varco che si sta aprendo sul concetto di prelievo venatorio che, nel nostro ordinamento, deve avvenire a valle di una gestione della fauna improntata ai principi della tutela e della capacità di riproduzione.
Gli ambientalisti, infatti, avevano accettato il concetto di deroga purchè ancorato a principi non eludibili. Con l'emendamento proposto si escludeva la possibilità di utilizzare le deroghe per ampliare l'elenco delle specie cacciabili e per reintrodurre le cosiddette "caccie tradizionali" legate, molte volte, a pratiche illegali come roccoli, archetti, trappole e richiami.
Veniva riaffermata la competenza dello Stato in materia ambientale e di tutela della fauna selvatica, ribadita anche dalla recente modifica costituzionale, e pertanto veniva previsto come obbligatorio il parere dell'Istituto Nazionale della Fauna Selvatica.
Gli ambientalisti rinunciavano al fatto che il parere fosse vincolante, ma i cacciatori recedevano rispetto alla richiesta che questo parere potesse essere espresso anche da organismi regionali visto che questi non potevano avere alcuna valutazione complessiva sul territorio nazionale della specie animale sulla quale la deroga sarebbe intervenuta di volta in volta.
Neppure questa elementare operazione di buon senso è stata accolta e il Parlamento ha preferito dar voce a minoranze estremiste che concepiscono la caccia al di fuori di qualunque gestione del territorio piuttosto che voce non alla maggioranza dei cittadini che sulla caccia ha da molti anni idee molto chiare.
WWF Italia
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